Mantova aiuta l’India

30 Giu 2023 | Attualità, Cronaca, Tutti gli articoli | 0 commenti

A fianco della missione di Padre Sibi tra spiritualità e necessità

Solidarietà senza confini
Stretto rapporto tra famiglie e sacerdote
Collaborazione avviata più di venti anni fa

Italia, Paese cui è legato da sempre. A Roma ha conseguito la laurea in Psicologia. Mantova, la città che ha nel cuore e dove ha trovato sinceri amici. Proprio qui è tornato per incontrare le famiglie che poco più di venti anni fa lo hanno aiutato a realizzare il suo progetto: una missione, una scuola, una struttura nella propria patria, l’India. Padre Sibi Puthenpura, sacerdote cattolico, nel 1999 ha fondato “Vanaprastha”.
Organizzazione non governativa che da due decenni si occupa dei poveri nell’India rurale nella periferia di Bangalore, attraverso la cura e l’istruzione dei bambini, dei giovani, delle donne e delle persone anziane dei villaggi e l’assistenza sanitaria.
“In questi giorni – afferma padre Sibi – ho voluto incontrare i componenti delle famiglie Boscaini, Soregotti, Bari, Gandolfi e Stefanini che hanno creduto in me e nel progetto. Grazie a loro è stato possibile realizzare un sogno tale da garantire sostegno a molti bambini, uomini e donne nel solco della solidarietà”.
Tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000 c’era stato un incontro occasionale che aveva portato i mantovani a conoscere il sacerdote nella sua terra. Rapporto casuale durante un viaggio turistico da parte di una delegazione mantovana per il Sud dell’India guidata da Livio Boscaini – di cui faceva parte anche Maria Teresa Stefanini – legato all’adozione di bambini indiani. Evento dal quale è scaturito un effetto domino positivo che ha portato alla realizzazione del progetto Vanaprastha. Padre Sibi fece un viaggio di più di 600 chilometri, tra andata e ritorno, per conoscere coloro che dovevano diventare i talismani della sua missione.

Significato
“Vanaprastha – spiega padre Sibi – è una parola che deriva dal sanscrito (Vano + Prasthati): significa “andare nella foresta” o anche “essere nella foresta”, ossia secondo la tradizione spirituale indiana, Vanaprastha è il terzo stadio della vita di una persona.
“È essenzialmente uno stadio probatorio per la resa totale alla Natura. Quando una persona ha adempiuto i doveri familiari e sociali può andare nella foresta per meditare sull’auto-realizzazione e cominciare a rispondere alla domanda fondamentale: chi sono?”.
Vanaprastha si occupa dei poveri nell’India rurale, attraverso la cura e l’istruzione dei bambini e l’assistenza sanitaria. Così padre Sibi ha costruito una grande famiglia, attualmente composta da 47 bambini che vivono nella Casa dei Bambini, 1800 tra bambini e adolescenti che frequentano le scuole, di cui 220 vivono nell’ostello annesso e da tante persone di varia etnia, lingua e religione che da Nazioni diverse, collaborano come volontari e sostenitori.
“Gli amici mantovani – aggiunge – sono stati e rimangono i nostri fratelli più cari. Da loro si sprigionano amore e il senso del dono”. Eccolo giungere le mani e recitare: “Shanti Om”. Il termine Shanti nell’Induismo indica uno stato di pace interiore ovvero “tranquillità“, “quiete” in sanscrito. Il simbolo rappresenta la Creazione dell’Universo e il suono della Om viene associato alla Vibrazione Primordiale dell’Universo stesso e di tutta la Creazione.
“Shanti Om – commenta – è il nostro invito. Noi ci salutiamo così ovunque come preghiera universale. Insegniamo ai nostri bambini a ripetere questa preghiera mentre inspirano ed espirano e fanno yoga”.

Necessità
La Missione di Vanaprastha è aiutare le persone in condizioni disagiate e capire come farlo in modo efficace, tenendo conto delle differenti necessità che presentano situazioni diverse.
Progetti così sintetizzati:

  • assicurare il benessere fisico e sviluppare la formazione mentale e culturale dei bambini e dei giovani
  • sostenere, dopo il diploma, gli studenti meritevoli, creando programmi di partnership con Vanaprastha e promuovendo Borse di studio anche per l’estero
  • rinnovare il sistema educativo nei villaggi indiani
  • sostenere tutti gli individui svantaggiati della società, soprattutto bambini, donne e anziani
  • introdurre una nuova cultura di coesistenza e migliorare le relazioni nei villaggi a prescindere dalle credenze religiose.
    “Guarire e rendere umano – specifica padre Sibi – Guarire il corpo fisico e lenire la sofferenza e il dolore interiore. Sanare le situazioni di degrado e restituire quella dignità che merita ogni essere umano.
    Nel nostro logo usiamo intenzionalmente diversi simboli religiosi e universali per enfatizzare il fatto che viviamo una vita secolare (laica).
    “Rispettiamo tutte le culture e religioni, a Vanaprastha ognuno è libero di seguire il proprio sentiero spirituale”.

Realizzazioni
Diverse strutture sono state costruite dal 2000 a oggi, comprese quelle nello Stato del Karnataka ad un chilometro dal confine con lo stato del Tamil Nadu.
Vanaprastha Children’s Home-Casa dei Bambini si trova nella campagna a 45 chilometri di distanza da Bangalore (Sud Est). Quindi vicino alla Casa dei Bambini, a circa 500 metri, è stato costruito l’ospedale
Vanaprastha Campus (Vanaprastha International School) Scuole ed Ostello sempre vicino alle altre due strutture.
Le caratteristiche del territorio in cui Padre Sibi ha voluto donare speranza ed opportunità:

  • questa area è molto povera. e la maggior parte dei villaggi sono ancora organizzati con il vecchio sistema delle caste
  • il suolo è argilloso e di un profondo colore rosso
  • la gente vive di agricoltura, coltiva vegetali e frutta e alleva animali
  • le piogge sono stagionali
  • l’acqua proviene da pozzi trivellati, molto costosi e pochi possono permetterselo, alla profondità di 250 metri.

Werther Gorni

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