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11/6/2025

Francesco Mironi e l'arte dell'oboe

Storia del giovane artista mantovano con uno spiccato talento per la musica classica

     

"Trasversalità” è la parola – chiave per interpretare il vodcast della Nuova Cronaca, in onda ogni settimana su tutte le piattaforme digitali. Trasversalità che parte dai due conduttori – Giusy Piazza e Werther Gorni – che simboleggiano due generazioni a confronto.

Nella puntata pubblicata questa settimana, i due conduttori hanno intervistato Francesco Mironi, mantovano classe 2004, con un talento spiccato per l’oboe. Appassionato di musica fin da piccolo, Mironi ha già alle spalle qualche anno di carriera, arricchita da alcune esibizioni al fianco di artisti famosi, tra cui Il Volo, Bocelli, Elodie, Madame, Fiorella Mannoia e Blanco.

 

Francesco, come è nata la passione per la musica classica?

“Ho iniziato a suonare all’età di otto anni, insieme a un mio amico. Dapprima momenti propedeutici, poi ho dovuto scegliere uno strumento musicale da studiare. Allora, sono stato subito colpito dall’oboe per il suo suono particolare.”

 

Qual è stato il percorso di studi?

“Dopo aver frequentato il Liceo Musicale a Mantova, mi sono laureato al Conservatorio “Lucio Campiani”, dove ho incontrato molti insegnanti competenti. Ora, dopo la laurea triennale, sto frequentando, a Lugano, un master in Performance di oboe”.

 

Come mai la Svizzera per completare la formazione?

“Per due motivi. Innanzitutto, perché a Lugano c’è quello che ritengo essere il miglior oboista al mondo (Francesco di Rosa), dal quale sto infatti imparando molto. Inoltre, mi ha sempre affascinato l’idea di affacciarmi in una realtà esterna all’Italia, per quanto rimanga sempre legato alle mie origini”.

 

Cosa rappresenta la musica?

“Per me la musica è un’arte che regala emozioni. Dove le parole non arrivano, arriva la musica. Mi piace paragonare il mestiere di musicista a quello di atleta: anche noi ci alleniamo, per alzare sempre il livello. Alla base di tutto, però, c’è una passione viscerale che, nella maggior parte dei casi, nasce fin dall’infanzia”.

 

Suonare brani di musica classica nell’epoca della trap e del rap può sembrare controcorrente...

“In effetti, i ragazzi di oggi ascoltano poco la musica classica, perché si è un po’ persa la cultura legata a quel mondo. Se penso al pubblico che segue le mie esibizioni, c’è una netta prevalenza di adulti e di anziani. Questo mi preoccupa, perché mi chiedo se, tra venti o trent’anni, i miei coetanei verranno ancora ad ascoltare le partiture di Wagner e di Strauss”.

 

Una linfa vitale può giungere dalla televisione, che propone serate di musica, alle quali peraltro ha avuto modo di partecipare…

“Esatto. La mia prima esperienza è stata nel 2023, quando ho partecipato al concerto di beneficenza per sostenere le persone colpite dall’alluvione in Emilia Romagna.   Poi sono stato sul palco dell’Arena di Verona, dove ho accompagnato musicisti e cantanti straordinari. Non scorderò mai le sensazioni provate all’Arena: mi sembrava di vivere un sogno. Soltanto quando mi sono rivisto alla tv ho creduto a quello che mi era capitato!”

 

Quali sogni?

“Mi piacerebbe continuare ad esibirmi in tutto il mondo e fare di questa passione un lavoro per tutta la mia vita. Inoltre, vorrei viaggiare e conoscere nuovi orizzonti, per migliorare me stesso e per non avere rimpianti”.

 

Francesco Mironi si congeda dall’intervista suonando il tema “Gabriel’s Oboe”, colonna sonora del film “Mission”, firmata dal genio di Ennio Morricone. Attimi di poesia nella grigia atmosfera del presente, questo è ciò che la(bella) musica sa ancora regalare.

Le epoche storiche transitano più o meno rapidamente. Oggi c’è la trap, ieri c’erano il rap, il rock e il jazz. Domani, chissà. Eterno, invece, è il messaggio delle note di Bach, Chopin, Strauss e Mozart. Perciò, Francesco può dormire sonni tranquilli: la musica classica non morirà mai.

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
23/5/2025
Francesco Raffanini