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24/9/2025

Musica e letteratura a confronto

Sette domande (come le sette note musicali) a Matteo Cavicchini, affermato pianista di Pegognaga

       

Matteo Cavicchini è un affermato pianista, apprezzato soprattutto per il raffinatissimo tocco. Vive a Pegognaga. Sette domande per approfondire la sua attività.

 

Maestro, qual è stato il suo percorso?

“Il mio curriculum si può dire che è  standard: diploma in pianoforte conseguito a Reggio Emilia, una borsa di studio che mi ha permesso di frequentare l’Accademia di alto perfezionamento a Perugia. Master con celebri pianisti come Campanella, Canino, Gulli Cavallo, Pastorino. Ho tenuto concerti in varie formazioni, da quella “solistica” a quella “cameristica”, nelle principali città italiane e anche all’estero. Ho partecipato a Festival nazionali e internazionali. Ho ricevuto diversi riconoscimenti e premi. Tra l’altro, ho inciso per l’etichetta “Tactus” e ho alternato l’attività concertistica con quella didattica”.

 

Come è iniziata la passione per il pianoforte?

“Avevo 7 anni, febbre a 40 e, decisamente delirante, chiesi ai miei genitori la possibilità di studiare pianoforte. Nessun famigliare o parente musicista. Quindi, a febbre passata, hanno pensato che non ne avrei più parlato. E così, per accontentarmi, mi diedero il benestare. Mio padre, il giorno successivo mi portò a casa un semplicissimo foglio con le principali regole del solfeggio. Le memorizzai la sera stessa. Poi, sempre mio padre, sorpreso e un po’ disorientato, mi iscrisse alla Scuola di Musica. Da quel momento tutto ebbe inizio”.

 

Quale compositore l’ha influenzata?

“Ho conosciuto diversi direttori con i quali ho collaborato in allestimenti di opere o in Festival. Con loro ho eseguito numerosi brani di compositori contemporanei, spesso presenti nella fase di studio. Mi sono trovato sempre a mio agio e ho ricevuto apprezzamenti. Tra tutti loro spicca il maestro Roberto Orlandini Braglia (vedi intervista pubblicata sulla Nuova Cronaca, 8 agosto 2025, n.d.r.). Con lui ho stabilito un rapporto umano e professionale. La nostra incisione discografica è la testimonianza di questo sodalizio musicale e amichevole. Da qualche tempo percorriamo strade differenti, ma sempre in parallelo. Ritorneremo, un giorno o l’altro, a lavorare assieme”.

 

Come fa a conciliare il lavoro quotidiano con l’esercizio pianistico?

“Semplice: di giorno lavoro, di notte studio. In un primo momento ho faticato, ma con il tempo sono riuscito a trovare il ritmo giusto e tutto sommato funziona”.

 

So che partecipa, come pianista, a diverse presentazioni letterarie…

“Trovo i reading musicali-letterari interessanti e stimolanti. Ho conosciuto scrittori straordinari con cui ho stretto amicizie profonde. Primo fra tutti, lei stesso Fausto, scrittore, e non solo, vulcanico che per primo ha creduto nel progetto Musica-Letteratura”.

 

Gli autori preferiti?

“Non ho autori preferiti in senso assoluto. Dipende dai momenti della vita, dagli stati d’animo. Attualmente amo Bach e impazzisco per le trascrizioni pianistiche di Siloti”.

 

Progetti e impegni futuri?

“Posso dire che sono in calendario numerosi eventi. Sarò impegnato in recital lirici come quello tenuto, di recente, a Casablanca e in concerti solistici, in eventi nel reparto di Oncologia per l’associazione “Donatori di Musica”. Non mancheranno performances durante presentazioni letterarie.

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
19/9/2025
Fausto Bertolini