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16/10/2025

Paride Falchi, il poeta del paesaggio

Casa del Rigoletto mette in mostra le opere del pittore originario del mantovano

       

Paride Falchi, poeta del paesaggio. Anche del ritratto. Sintesi: Maestro della pittura. Dipinti che colorano il Novecento (non solo mantovano). Opere racchiuse nella nicchia di colori. Soffusi. Tipici della terra di origine: sabbionetana. Dove la storia  si racconta e si tramanda nell’osservare mura e palazzi antichi. Altresì nella vasta distesa di silenziosi campi. Da qui Paride parte per raggiungere, con umiltà, la cime dell’arte pura. Premessa, breve ma necessaria, per introdurre la mostra a lui dedicata. Nei locali della Casa di Rigoletto (Mantova, piazza Sordello), la studiosa e saggista d’arte Paola Artoni provvede a collocare alcuni dei più suggestivi e significativi lavori. Non sfugge all’attenzione e alla curiosità il titolo: “La memoria del paesaggio”.

Concettualità che apre gli occhi alla visione di tele semplici eppure cariche di emozionalità. Venerdì 17 ottobre, ore 17, le sale diventano percorso sensoriale. Stessi ambienti che qualche mese fa avevano reso onore all’arte dei figlio Aldo, immenso uomo di espressività pittorica e di creatività scultorea.

“Mantova scopre le sue radici del Novecento con questa mostra che rende omaggio a Paride Falchi (1908-1995)”sottolinea la Artoni. La sua curatela trova il patrocinio dei Comuni di Mantova, Sabbioneta e Casalmaggiore, oltre che del MAM Museo d’Arte Moderna di Gazoldo (dove è conservato un ciclo di dipinti del Maestro). Rassegna realizzata in collaborazione con il Liceo Artistico “Giulio Romano” di Mantova.

“Nella primavera di trent’anni fa- afferma la stessa curatrice - la Casa di Rigoletto ospitava una mostra personale di Paride Falchi e, in quello stesso periodo, l’artista partiva per il suo ultimo viaggio, verso l’infinito. Non è quindi un caso che, nel medesimo luogo, si voglia rendere omaggio al pittore nato tra Casalmaggiore e Sabbioneta nel 1908 e scomparso nel 1995. Quando, insieme alla famiglia dell’artista, è stato ideato questo progetto espositivo, il titolo che è parso più congeniale è stato “La memoria del paesaggio”. Con “La memoria”, si è voluto porre l’accento sull’aspetto del ricordo, da intendersi come una quarta dimensione che va ad arricchire le tre tangibili della realtà. Se è vero infatti che tutti noi viviamo in una dimensione tridimensionale, è pur vero che la quarta, quella legata al tempo, resta la più misteriosa. Ed è questa che più ha interessato l’artista nel suo agire e nel suo desiderio di raccontare qualcosa che va oltre il visibile. Con la specifica accezione “del paesaggio”, si sottolinea quanto questa esposizione sia stata concepita per esplorare il soggetto privilegiato dell’azione artistica di Falchi, ovvero la rappresentazione degli scenari naturalistici nei quali egli ha agito, ma anche di quelli urbani, intimamente legati al suo percorso. Infine, con il terzo significato del titolo, si è desiderato onorare la memoria dell’artista nel trentennale della sua scomparsa. L’invito è a riscoprire, con occhi nuovi, la pittura di un grande maestro del Novecento che ha solcato il suo tempo e il suo spazio con passo lieve. Il viaggio quindi inizia sotto gli occhi di quel Rigoletto malinconico – uno dei simboli della città di Mantova – plasmato dal figlio Aldo e ideale prosecuzione di un’arte respirata in famiglia, nata in provincia e diffusa in una dimensione cosmopolita”.

Le opere resteranno esposte sino all’8 novembre 2025, tutti i giorni, dalle ore 9 alle 18.

Sopra: Barcone sul Po con nebbia.

 

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
10/10/2025
Werther Gorni