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19/12/2025

Rodolfo, l'amico sincero

Lessico impeccabile, oratoria coinvolgente ed...episodi irriverenti: questo era "Rondo" Signorini.

       

Rodolfo Signorini è passato avanti, come dicono gli Alpini e a un amico che ha condiviso con lui 50 anni di frizzanti momenti di gioia, di vere emozioni, di episodi e aneddoti vissuti sempre con il sorriso e la gioia di vivere, restano, incancellabili, i ricordi. Ricordi non legati al suo riconosciuto grande spessore culturale o ai prestigiosi riconoscimenti che gli sono stati dati in ambito mantovano e internazionale che oggi sono giustamente riportati sui giornali dalle Istituzioni. I miei ricordi vanno inevitabilmente a Rodolfo amico e compagno inebriante nelle diverse stagioni della vita, mia e di una generazione di studenti universitari che nel vivace e stimolante nido dell’Unione Goliardica Mantovana, sono cresciuti, dando corpo e contenuti aduna amicizia ancora viva e granitica dopo mezzo secolo.

 

Scrive il Premio Nobel Gabriel Garcia Marquez in Cent’anni di solitudine: “La vita per ognuno di noi non è quella che abbiamo vissuto ma quella che ricordiamo”. Ebbene allora Rodolfo fa parte della mia vita e credo di quella dimolti altri. Certo, molti amici sono passati avanti, Enrico Girondi, Sandro Zanella, Guido Mattioli, Franco Farina, Giorgio Gola per ricordarne alcuni, ma sono solo nella stanza accanto e presenti nei miei racconti e soprattutto nel mio cuore.

 

Rodolfo è un faro illuminato che ha sempre regalato cultura e conoscenza, rettitudine e pacatezza, estrema precisione anche nei dettagli, fresca gioia di vivere e grande ironia. Il suo intervento ad una conferenza su Dante come ad una risottata non era mai privo di un lessico impeccabile, di un’oratoria coinvolgente e di una innata autorevolezza.

La sua presenza è sempre stata, per gli amici, nei travolgenti e a volte irriverenti episodi della vita goliardica, uno scudo di credibilità e di contenuti in ogni caso, culturali.

Insieme abbiamo scritto un libro “Sandro Zanella” e il pomeriggio in cui dovevo consegnare le bozze all’editore, mi telefonò trafelato e in preda ad un attacco di ansia irrefrenabile : “Sandro ferma tutto ci sono degli errori che impediscono la pubblicazione. Vengo subito, ferma tutto”. Venne nel mio studio e mi evidenziò gli errori: la è aveva l’accento convesso e non concavo!!!

 “Sudi giri,” l’inaugurazione del Ponte di Borgoforte, il “Numero Unico”, i viaggi culturali dell’ANAUGM (Associazione culturale amici Unione Goliardica Mantovana) gli interventi richiesti e preceduti da “Rondo di due parole” in ogni occasione amicale, la candela accesa prima di ogni cena, la canzone sussurrata di “Signorinella” l’avversione verso l’automobile, il suo incedere spericolato in bicicletta, il suo laconico “Se vuoi parlarmi vieni all’Archivio di Stato”, gli immancabili riferimenti in latino o in greco anche se parlava dei tortelli di zucca, il suo innato buonumore regalato solo agli amici, il suo sorriso sempre coperto da una smorfia. Rodolfo alfiere, sempre, di quello che definiva “il sentimento più nobile dell’uomo: l’amicizia”.

 

L’anno scorso sono andato a trovarlo a casa sua per fargli gli auguri di Natale.  “Sono ormai finito”, mi disse e ci siamo entrambi commossi. Stavo uscendo ma quando ero sulla porta mi sono sentito chiamare: “Sandro, ma ricordati che l’amicizia non muore mai”.

Ciao Rodolfo, amico mio, arrivederci e saluta gli altri.

 

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
12/12/2025
Sandro Signorini