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19/12/2025

Se il mondo chiama. si corre a rappresentarlo

"Cycles", il viaggio artistico di Benedetta Segala tra natura e ricerca interiore

     

"La bellezza salverà il mondo” è una frase che si sente spesso, usata e abusata. Meglio dire – come affermavano i filosofi umanisti del Neoplatonismo – che la bellezza potrà (forse) salvarci dall’ignoranza.

Un motivo più che valido per non perdersi “Cycles”, la rassegna pittorica allestita a Mantova negli ambienti della Casa del Mantegna, visitabile fino al prossimo 6 gennaio. Le opere portano tutte la firma di un’unica artista, Benedetta Segala. Mantovana di nascita, Benedetta ha lasciato l’Italia all’età di 20 anni per inseguire il sogno di dedicare la propria vita all’arte. Una missione stimolante e impegnativa, che l’ha condotta dapprima in Francia, a Marsiglia (dove ha vissuto per un decennio), poi, terminati gli studi, in giro per altre latitudini del globo.

Marocco, India, Nepal, Thailandia. Ultima tappa, la Malesia. Stavolta, però, con il proposito dimettervi le radici. Lì, infatti, nella terra dove Salgari ha ambientato le avventure di Sandokan, Benedetta ha trovato l’amore. Shafarin è per lei non solo un compagno di vita, ma anche un meraviglioso collega, dato che anche lui è pittore (oltre che musicista).

Così, dopo oltre due decenni di viaggi, Segala ha colto l’opportunità di mettere insieme le proprie creazioni in una mostra che ripercorre le tappe principali del suo percorso di vita.

“Il filo conduttore in tutti questi anni di pittura e di viaggi è stata una ricerca sulla luce, sulle luci tradotte in colori, odori, forme, sensazioni inesplorate o familiari e la ricerca dell’identità”. Già, quell’identità che, quando si visita per la prima volta la mostra, si ha l’impressione di non riconoscere, tanti sono gli stili – molto differenti tra loro – che separano le varie fasi di vita della pittrice. A volte, tuttavia, per capire un’opera è necessario tornare sui propri passi e avere la pazienza di rivederla. Può capitare, allora, di scorgere tra i paesaggi dipinti da Benedetta Segala un filo rosso che unisce tutte le tele, dalla prima all’ultima. Dalle rovine marsigliesi alle foreste malesi. Dall’Europa al resto del mondo. Col passare del tempo, la mente e il pennello dell’artista si sono trasformati, aprendosi a nuovi orizzonti. Ed è stupefacente il confronto tra le tele giovanili – molto astratte ed eteree – e quelle più recenti, che invece mostrano figure più chiare, sebbene di natura metafisica. Come la mano che fuoriesce da chissà quale inferno per carpire qualcosa di imprecisato; o come la serpe che striscia ai piedi dell’alto colonnato di un tempio egizio.

Scrive il critico Massimo Pirotti: “L’arte della Segala è intrisa di una nostalgia della natura, intesa non come semplice paesaggio, ma come principio generatore, come forza strutturante e sotterranea”. Si può parlare, dunque, di “irreale naturalistico”, per cui si ha una “natura non più vincolata dalla gravità del reale”.

Quel che è certo, al di là delle interpretazioni e dei gusti, è che mai come in questo caso l’opera dell’artista è inscindibile dalla sua biografia. Non si può, infatti, avere una corretta visione della mostra senza aver conosciuto Benedetta.

La Nuova Cronaca ha avuto il piacere di intervistarla in una puntata del podcast “Aperigap –Brindisi Generazionali” che è disponibile su tutte le piattaforme web. Inoltre, Segala è stata e sarà protagonista di un fitto programma di eventi correlati alla mostra.

Il più recente tra questi ha visto la collaborazione tra due arti sorelle: pittura e cinema. Nella sala conferenze della Casa del Mantegna è andato in scena un evento in collaborazione con l’associazione “Oggi mi vedo d’Essai”, che ha proiettato un video dedicato al medesimo tema della rassegna, ovvero i cicli della natura e della vita. Il cortometraggio è un insieme di clip realizzate da allievi della NABA (Nuova Accademia Di Belle Arti di Milano), legate tra loro dal gusto per la sperimentazione artistica.

 

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
5/12/2025
Francesco Raffanini