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13/11/2025

Una vita fra i libri: la storia di Giulio Girondi

"La carta stampata continua ad avere il suo fascino" - così l'editore ai microfoni del nostro podcast

Una conversazione a tutto tondo, in pieno stile podcast. È in onda, sui canali social de La Nuova Cronaca, la puntata di “Aperigap – Brindisi Generazionali” in cui Werther Gorni e Giusy Piazza intervistano Giulio Girondi, figura istituzionale nel campo dell’editoria mantovana (e non solo).

La chiacchierata inizia dalle origini, ovvero dal 2012, quando tutto iniziò. “In quell’anno ho intrapreso, insieme alla mia compagna Giada Scandola, il progetto di fondare un piccolo gruppo editoriale. È nata così la nostra casa editrice Il Rio”.

Nel tempo, però, Giulio e Giada non si sono fermati. “In seguito è nato il marchio Oligo Editore, caratterizzato da una copertura più ampia, di livello nazionale”. Ma non è tutto. “Nel 2021, dopo la chiusura della libreria di proprietà delle Suore Paoline in Viale delle Rimembranze, la Diocesi di Mantova ci ha chiesto di rilevare il punto vendita e anche gli spazi dell’adiacente Casa Nuvolari”.

Ad oggi, dunque, il gruppo editoriale comprende ben tre marchi: Il Rio, Oligo Editore e CN (Casa Nuvolari).

A questo punto, meglio fare un passo indietro. “Come è nata l’idea di aprire una casa editrice? Io provengo da un mondo molto diverso: sono architetto, da sempre appassionato di storia dell’architettura. Perciò, sono arrivato nel mondo dell’editoria con un percorso non convenzionale. A spingermi è stato il sogno – e la sfida - di lavorare nell’universo dei libri. La carta, infatti, è un materiale meraviglioso. Il libro è un corpo, non solo un oggetto e, in quanto tale, necessita di essere curato”.

Il dialogo si sposta poi sull’attualità e sul valore del libro nel mercato odierno. “Dobbiamo distinguere il lato romantico della scrittura da quello economico. I libri, infatti, circolano in un circuito commerciale dove c’è una notevole concorrenza. Noi, in quanto piccoli editori, cerchiamo di pubblicare opere un po’ diverse da quelle più vendute”. D’altronde, in un mercato che partorisce la bellezza di 80 mila libri all’anno, l’unico modo per sopravvivere all’assalto dei grandi marchi è proporre qualcosa di particolare. “Per noi – continua Girondi – il talento dell’autore è un prerequisito fondamentale. Non pubblichiamo libri solo per il nome di chi li ha scritti”.

Un punto, questo, sul quale si dibatte da tempo. Se è vero che al giorno d’oggi è difficile trovare una persona famosa che non abbia pubblicato almeno un libro, viene legittimo chiedersi quanto sia positiva questa proliferazione di scrittori (perlopiù dilettanti). L’editore mantovano risponde senza esitare: “Stiamo parlando di un grave problema: esistono i libri belli e quelli brutti. Molti farebbero meglio a non scrivere, per non arricchire questa seconda categoria”.

Anche Mantova è una realtà particolarmente fertile per scrittori e pennivendoli vari. Città d’arte, di cultura, di storia e di letteratura. Inevitabile il florilegio di libri locali. Poi, nel 1997, la svolta epocale: dall’idea di Luca Nicolini nasce il Festivaletteratura. Da allora, Mantova si è aperta alle correnti nazionali e internazionali, accogliendo ogni anno ospiti provenienti da svariate parti del mondo. Il Festival raccoglie pubblico e divide i mantovani: molti lo esaltano, alcuni lo criticano. Tutti ne parlano. Compreso Giulio Girondi, che sulla kermesse dice: “Complimenti a chi la organizza. Far funzionare qualcosa a Mantova è difficile. Per questo, vedere tanta gente di tutte le età partecipare agli eventi fa ben sperare. Dal nostro punto divista, in verità, il Festival non cambia la vita: infatti, gli eventi non muovono molto in termini economici per gli editori locali (considerando anche che la città, dentro le mura, è abitata da soltanto 15mila persone)”.

A conferma dei buoni rapporti, da qualche anno Casa Nuvolari è sede di incontri “collaterali”, che si svolgono nei giorni di Festivaletteratura, andando così ad arricchire l’offerta culturale della cinque giorni mantovana.

Prima di salutarsi, momento ormai rituale del podcast: l’augurio alle nuove generazioni. Girondi alza il calice ed esclama: “Auguro ai giovani di leggere tanti libri, affinché la cultura non si fermi, ma continui a circolare di generazione in generazione”.

 

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
7/11/2025
Francesco Raffanini