Dopo "Pradella si fa bella", Palazzi battezza così gli oltre 300 lavori attivati in città
Ogni occasione è ghiotta. Per dimostrare e confermare. Sindaco Mattia Palazzi regista. Elmetto in testa. Operaio controllore. Su e giù per la città. La “sua” città. Nei quartieri. Corpo e camicia con l’assessore ai Lavori pubblici. Nicola Martinelli, farmacista inventatosi tecnico. E dire che, una decina di anni fa, voleva fare lui il sindaco. Poi, bandiera ammainata. Così al fianco del Mattia. Conferenze stampa, assemblee, dibattiti (più o meno sereni) in continuazione. Per illustrare (e difendere) progetti. Mantova rivoltata come un calzino. Interventi urbanistici ovunque. Asfalto, pietre, ciottoli, verde, muri, edifici. Da recuperare o da valorizzare. Visione dinamica che si concretizza. Episodio più clamoroso? Parco-giardino sul Te. Episodio meno elevato? Torre della Gabbia.
Ma è sui nuovi e moderni rifacimenti stradali che da via Roma partono i progetti. Ufficio tecnico, architetti, ingegneri, geometri stilano e instillano carte, documenti, rendering (immagini artificiali molto realistiche). Affidamento dei lavori a imprese. Sperando sempre che queste siano sane, reggano, rispettino i tempi. In quest’ultimo caso, piazza don Eugenio Leoni (1880-1943, martire della libertà), sottopasso ferroviario, i ritardi gridano vendetta. Eco che risuona in corso Pradella per i maldestri rifacimenti dei mosaici di sanpietrini.
Adesso il cantiere che sta più a cuore al primo cittadino è il nuovo volto di piazza Felice Cavallotti(1842-1898, politico patriota) e corso Umberto I di Savoia (1844-1900, secondo re d’Italia). Fiore all’occhiello quale ingresso alla città con la complicità scenografica del Teatro Sociale.
Completa il cerchio magico dei cantieri cittadini (oltre 300 durante la giunta Palazzi per 200milioni di euro, dati da confermare) la realizzazione del sottopasso stradale a Porta Cerese. Tutto pronto per la “storica” svolta nella viabilità.