
Folto pubblico al Palaunical: la musica di Bennato e Bertoli offre sorrisi alla Casa del Sole
Mentre il mondo là fuori brucia, qui bisogna sognare, divertirsi, stare insieme. Senza retorica. Con la mano sul cuore. E il pensiero rivolto al valore della comunità. In fin dei conti inclusione, condivisione, sostegno reciproco non possono e non devono essere parole vuote. Ci sono messaggeri di pace e solidarietà che comunicano attraverso i propri canali (non necessariamente social, anzi). Uno di questi è la musica. Laddove ci sia sostanza non solo nella tecnica espressiva ma anche nei contenuti.
Casa del Sole (sede a San Silvestro, Curtatone), nata da una emotiva intuizione di Vittorina Gementi da60 anni (li festeggerà nel 2026) si prende cura di bambini e ragazzi con disabilità. Attorno alla sua associazione, nell’arco del tempo, si sono rinnovate e rafforzate realtà di aiuto e supporto. Non mancano le iniziative, pressoché quotidiane, per sviluppare e far conoscere meglio la realtà di questa istituzione.
Uno degli “strumenti” più recenti consiste nell’organizzazione di un concerto annuale: “All-in Rock”. Terza edizione appena conclusa. Tutto esaurito al PalaUnical di Boccabusa per l’esibizione di Edoardo Bennato. Cantautore napoletano (Campi Flegrei come medaglia sul petto) immolato al rock. Se questo tipo di musica appare spesso aggressiva nei toni, i testi che l’accompagnamento possono essere ricchi di contenuti.
Ha un bel dire “sono solo canzonette”. Autoironia che non coincide con il profondo senso del pensiero da trasmettere. Un giorno credi di essere forte e magari ti trovi a giocare con Capitan Uncino. Oppure ti affidi al gatto e alla volpe senza sapere che qualcuno ti sta tradendo. Meglio, forse, andare alla ricerca dell’isola che non c’è. Magari si può trovare. Dove? Non tanto lontano da Bagnoli, terra natale del 79enne Edo, dove si scopre la poco conosciuta isola Nisida. Cui dedicare un soffuso brano.
Rock duro e aspro con chitarristi scatenati, al limite della gloria nei cieli del Maestri. Edoardo sussurra al pubblico invitandoli alla serenità e a pause di riflessione. Prima di lui Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo, più che mai affettuosamente vicino ai bambini e ai ragazzi della Casa. Le melodie e le parole del babbo risuonano come un orgoglioso e pacato inno alla vita. A muso duro come il rock. Vivendo.