Sette (amici) imprenditori si impegnano ad aiutare il territorio in diversi settori
Nessuna lezione dalla scuola del sospetto. Semmai curiosità. Prurito, rispolverando storia (e storie). Irrompe, con forza e con risorse, una novità. Ben studiata e apprezzabile. Già da inquadrare come Club dei Mecenati. Suggestivo, encomiabile sodalizio. Sette imprenditori. Amici. Comparti distinti, quindi nemmeno concorrenti tra loro. Nell’arco di più di un anno due colpi. Degni di attenzione. E ammirazione, perché no. Dapprima - fatto clamoroso - uniti per assumere la proprietà della Gazzetta di Mantova. Sinergia con il consolidato gruppo editoriale veronese Athesis (proprietario anche di TeleMantova, con il principe dei tortellini, Gian Luca Rana, al vertice).
Confindustria Mantova in cabina di regia con in testa il presidente Fabio Viani (“Acquisire il 40 per cento del capitale sociale della Gazzetta era occasione da non perdere!”) e aggregazione con Marcegaglia, Saviola, Finservice, Staff, Lubiam, Cartiera Mantovana. Il 60 per cento in capo ad Athesis.
Il sistema per controllare l’informazione del più antico quotidiano d’Italia? Emma Marcegaglia smentisce(“Non è così!”) e, in coro, i compagni di viaggio affermano: “Puntiamo a essere sempre più vicini alla città e al territorio. Per compensare quello che noi imprenditori abbiamo ricevuto nel corso del tempo”.
Mission che si materializza oggi ,a suon di 340mila euro, con il sostegno ai restauri del Palazzo della Ragione in piazza delle Erbe. Somma che va ad aggiungersi ai circa 3 milioni (cifra ufficiosa mai confermata o smentita dai vertici di via Portazzolo) per l’ingresso in Gazzetta e presidenza della Srl ad Alberto Marenghi(Cartiera Mantovana).
“In luglio abbiamo iniziato il avori di sistemazione - precisa il sindaco Mattia Palazzi durante il giorno del ringraziamento pubblico ai Mecenati - e il 29 novembre tutto sarà finito per ospitare la prestigiosa Collezione Sonnabend di arte contemporanea. Sono stati necessari anni di rapporti per trovare l’intesa e acquisire tale patrimonio. Il gesto di questi imprenditori, che hanno approfittato del credito di imposta di Art Bonus, è il risultato di un meticoloso e attento lavoro. Aver conquistato la loro fiducia è il frutto di accorte operazioni finanziarie, come quelle che hanno portato a risanare il bilancio di Palazzo Te e soprattutto quello milionario di Valdaro”.
Le apparenze - secondo la “Scuola del sospetto” di Paul Ricoeur - talvolta nascondono motivazioni più profonde, arrivando a definire “false coscienze”. Non sarebbe questo il caso - nonostante qualche sussurro fuori campo - perché ci si trova dinanzi a imprenditori che sono diventati un Club. Ovvero un benemerito circolo (magari non codificato) con interessi comuni (informazione e cultura) a scopo solidale.
Quale sarà il prossimo passo dei Mecenati in una Mantova che - in quanto a borghesia - ha spesso dimostrato di avere il braccino corto nel rapporto con la città?
C’è chi in passato ha saputo (o gli è stato concesso) gestire la regia politica, sociale, culturale, finanziaria. Molte volte in maniera occulta. Oggi non è così, stando alle dichiarazioni degli imprenditori interessati. Cui si aggrega la Tea della nuova guida Enrico Voceri: “Nel giro di breve tempo mi trovo a essere disponibile a sostenere progetti grazie ad Art Bonus mentre prima, quale presidente della Fondazione Te, andavo alla ricerca di contributi...”.
Una particolare e inedita fetta di imprenditoria mantovana sta tracciando la strada per il futuro. Palazzi sorride e auspica: “Che sia di esempio!”.