Nostra intervista a Fabio Viani, Presidente di Confindustria Mantova (che festeggia 80 anni)
Presidente Viani, nel corso della recente celebrazione per gli ottant’anni di Confindustria Mantova, lei ha ribadito che le associazioni territoriali sono un presidio concreto e capillare.
“Sono convinto che sia fondamentale avere un contatto diretto con l’impresa calata nel suo territorio. Non è un caso che Confindustria Mantova sia nata nel 1945, con lo spirito di ricostruire facendo leva proprio sull’imprenditoria del territorio. Oggi come ieri rimane importante affiancare le imprese locali e aprirsi con loro all’innovazione. Per arrivare a questo, la base deve essere una solida formazione, finalizzata a trattenere sul territorio i giovani. Infatti, la risorsa principale per un imprenditore è il capitale umano: noi tutti imprenditori siamo alla ricerca di personale, di qualsiasi età”.
Restando in tema di “territorio”, lei nomina spesso i Gonzaga, considerando la nobile famiglia un riferimento anche per oggi. In quale misura può esserlo?
“Se pensiamo al periodo del loro massimo splendore – tra il XVI e il XVII Secolo - i Gonzaga hanno saputo innovare e creare modelli vincenti, aprendo confini, investendo sull’arte emettendo al centro la crescita collettiva. Tutto questo è avvenuto grazie alla capacità di sfruttare la condizione geografica e ambientale strategica. Mantova, infatti, era al centro dei traffici economici e commerciali.
“Oggi la posizione sulla cartina è sempre la stessa (nel cuore del Nord Italia sviluppato), ma sono cambiati gli equilibri economici. Al momento, l’unica infrastruttura che funzioni realmente da noi è il Brennero. Tra le mancanze, invece, segnalo l’autostrada Mantova –Cremona, che permetterebbe alla nostra città di avere un collegamento con il Tirreno. Se ne parla da decenni, ma non si è mosso nulla. Ma non siamo gli unici ad essere rimasti indietro. I numeri parlano chiaro: negli anni ’50 e '60, il miracolo economico ha generato ben 7500 chilometri di autostrade lungo la Penisola. Gli stessi, all’incirca, che si contano ancora oggi, segno che non sono stati fatti passi avanti negli ultimi decenni. Per scongiurare, allora, il rischio dell’isolazionismo, bisogna fare rete con le istituzioni e con Confindustria delle altre città”.
Alcune parole chiave che tornano spesso nei suoi discorsi: concretezza, immaginazione, radicamento e visione. Ovvero?
“Del radicamento ho già parlato, in riferimento alla vicinanza alle realtà locali. Visione e immaginazione vanno di pari passo: bisogna sempre avere una meta e sapere dove andare. La concretezza è l’ingrediente che serve per mettere in pratica tutto ciò.
“Confindustria Mantova ha una sua visione che si esprime in un ventaglio di obiettivi. Tra questi c’è la digitalizzazione, divenuta ormai una priorità visti i rapidi cambiamenti incorso nel mondo. Noi ci stiamo occupando del digitale, ma dobbiamo fare i conti con una situazione italiana che è ancora arretrata in questo campo.
“Un altro pilastro della nostra politica è la transizione ecologica. In questi anni abbiamo diffuso tra gli imprenditori la consapevolezza dell’uso ragionato dell’idrogeno, firmando anche degli accordi in tal senso.
“La nostra bussola resta, comunque, la formazione di giovani lavoratori. Confindustria sostiene la Fondazione UniverMantova, in quanto riconosce l’importanza degli studi universitari (in particolare in ambito ingegneristico) nella formazione dei futuri dipendenti. Sappiamo anche che Mantova è molto legata alla facoltà di Architettura, che ci interessa meno sul piano lavorativo, ma che rappresenta pur sempre un’attrattiva per i giovani”.
Premiate aziende storiche quali esempi di laboriosità e fedeltà. Occasione per sottolineare il compito di Confindustria in quanto a tutela e sostegno alle imprese valorizzando il “saper fare”.
“Il know how (o “saper fare”) è una risorsa essenziale. Il nostro è legato a Distretti e Filiere, come quella del legno o quella delle calze. Valorizzare le competenze e le abilità diventa, tra l’altro, un modo per trattenere le aziende sul territorio. La Lombardia, da questo punto di vista, è una realtà solida e d’eccellenza, con numeri elevatissimi in qualsiasi settore produttivo. Il problema è che forse non sempre c’è consapevolezza di questo…”.
Qualche numero: 400 imprese associate per un fatturato di 13 miliardi con 26 mila dipendenti: 85 per cento piccole e medie aziende con meno di 100 dipendenti. In crescita?
Daniele Ponselè, direttore generale di Confindustria Mantova, risponde così: “Numeri in crescita, che derivano da scelte mirate. Come Confindustria, infatti, garantiamo rappresentanza istituzionale ad imprese industriali e produttrici di beni e servizi di varie dimensioni e categorie merceologiche che assicurano lavoro a decine di migliaia di dipendenti. Il nostro obiettivo è cercare di semplificare, di ridurre il carico di lavoro, di aiutare a orientarsi con le normative sul lavoro, ambiente, sicurezza e trasporti. Tutto ciò mantenendo sempre un equilibrio tra la valorizzazione del territorio locale e l’apertura agli scenari internazionali”.
Viani, in che rapporti siete con API (Azienda Piccole Imprese)?
“I grandi progetti si costruiscono sulla base di unità di intenti. Oggi, Confindustria e API hanno peculiarità diverse: API sta sviluppando in modo egregio il suo lavoro in aziende di piccole dimensioni, mentre noi ci occupiamo di industrie più ampie. Ad ogni modo, sarebbe importante creare maggiori sinergie, considerando anche che la realtà italiana è dominata dalle Piccole e Medie Imprese”.
Confindustria annovera anche il Gruppo Giovani Imprenditori, che raccoglie associati di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Quali peculiarità?
“La missione principale è la diffusione della cultura di impresa e l’accrescimento sia a livello personale che professionale degli iscritti. Vengono organizzati convegni, visite aziendali, eventi conviviali e incontri con esponenti del panorama economico nazionale. Una realtà fondamentale, un’ottima palestra dove io stesso mi sono formato. È un contesto sano in cui si ha il tempo di imparare e di maturare”.
Lei fa parte del cda di imprenditori mantovani che hanno acquisito la proprietà della Gazzetta di Mantova. Perché?
“Si tratta di un’operazione che per noi ha un grande valore. La Gazzetta è il quotidiano con la più alta penetrazione sul territorio. Noi industriali siamo entrati per saldare il rapporto proprio con il territorio. La priorità, infatti, è che il quotidiano resti il giornale dei mantovani”.
Bilancio di questi primi due anni da presidente?
“Estremamente positivo. Ricoprendo questo ruolo ho avuto l’opportunità di incontrare e conoscere tutti gli imprenditori della provincia: ciò che mi ha permesso di confermare quante siano le eccellenze”.