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22/11/2025

La bella addormentata non è più tranquilla

Cittadini preoccupati per episodi di violenza che vedono protagonisti i giovani. Testimonianze dirette

     

Mantova, afosa serata d’agosto. Mantova fredda serata d’autunno. Passeggiare per le vie del centro in estate è un momento rilassante, Farlo in novembre lo è un po’ meno. Angoli deserti, piazze sgombre, scorci nascosti che sembrano riemergere dal nulla. Sembra di vivere in un’altra città, magica e ricca di segreti. Finché non si arriva in piazza Martiri di Belfiore - o piazza delle Poste, per molti - il più classico dei luoghi di ritrovo.

Pochi passi dal Municipio: eppure, d’un tratto, la sgradevole impressione di essere usciti dalla “zona di sicurezza”.

Coricati sui gradini degli edifici, infatti, si scorgono alcuni ragazzi. Non sono mendicanti, si riconoscerebbero. Sono giovani in cerca di qualcosa che nemmeno loro sanno.

Qualcuno, sentendosi osservato, si alza e inizia a seguirti con lo sguardo, come se volesse marcare il territorio. Ti allontani verso via Matteotti, ma la situazione peggiora. Le panchine dei giardini affacciati sul Rio brulicano di adolescenti intenti a bere, gridare e gesticolare. Qualcuno di loro inforca la bicicletta e si avvicina minaccioso, poi ti ronza intorno come un’ape molesta. Magari a torso nudo...

Preoccupato dalla brutta piega che sta prendendo la passeggiata, decidi di tornare nelle vie del centro storico, sperando di seminare queste anime in pena notturne. Tuttavia, mentre passi per le Pescherie di Giulio Romano, ti imbatti in altri ragazzi accasciati sul bordo della strada, che confabulano tra loro e si scambiano ammiccamenti.

 

Pericolosa tendenza

 

Quello che avete letto sinora non è immaginazione, bensì la fedele cronaca di una passeggiata serale per il centro di Mantova. Non si tratta di vicoli nascosti o di quartieri periferici, anzi. È difficile trovare un punto più frequentato di piazza Martiri, così come non è raro attraversare via Matteotti, corso Libertà e piazza Cavallotti. Quelli che al tempo dei Gonzaga erano i confini della seconda cerchia dell’antica città, oggi rappresentano i principali punti di accesso alle “vasche” del centro storico.

È doloroso pensare che, negli ultimi anni, questi luoghi strategici siano diventati un ricettacolo di personaggi quantomeno sospetti.

È doloroso, ma è la verità. Lo dice la cronaca quotidiana, che racconta di un aumento di episodi di violenza giovanile in città. Fino a qualche tempo fa si era abituati a ritenere che Mantova, viste le sue modeste dimensioni, fosse esente dai problemi di criminalità che da anni perseguitano le vicine Modena e Verona (per non citare centri urbani più grandi, come Genova, Roma e Milano, dove la situazione è molto grave). Invece, la cruda realtà dei fatti dovrebbe mettere in allarme anche la città virgiliana.

 

I fatti

Due episodi su tutti descrivono la situazione attuale a Mantova. Lo scorso agosto, un ragazzo di origini nord africane si è presentato in un supermercato del centro, impugnando un coltello e minacciando il reparto macelleria, per motivi – a detta sua – “religiosi”. Non soddisfatto, l’individuo ha fatto visita ad altre attività commerciali della zona, fino a raggiungere (sempre armato di coltello) piazza Sordello. Lì la sua folle corsasi è conclusa, grazie all’intervento delle forze dell’ordine, che ne hanno disposto l’arresto.

Una vicenda, questa, che ha suscitato clamore mediatico e ha gettato Mantova in un clima di paura. Possibile che si sia trattato di un caso isolato, insufficiente a creare un allarme sociale. Così hanno dichiarato anche i politici e le autorità locali: tutti si sono detti consapevoli dei pericoli, mail caso è stato presto dimenticato e gli interventi in tema di sicurezza sono stati pochi. Qualche auto della Polizia in più non può bastare a limitare l’evidente clima di violenza in aumento.

Altro recente episodio di aggressione qualche sera fa, o, per meglio dire, intorno alle 2.30 della notte. Questa volta il teatro del misfatto è stata piazza Broletto, ancora più nel cuore della “vecchia” Mantova. I carabinieri hanno ricevuto la telefonata di un diciottenne residente a Porto Mantovano, il quale ha raccontato di essere stato colpito da un coetaneo, riportando la perdita di tre denti e diverse contusioni. Stando alla sua ricostruzione, la lite e la conseguente aggressione sarebbero scoppiate per futili motivi. Le telecamere di sorveglianza hanno individuato i tre presunti aggressori, a dimostrazione di un’altra tendenza preoccupante: la dinamica del gruppo.

Il gruppo, di per sé, è una forma di aggregazione sana e fondamentale per sentirsi a proprio agio. A patto, però, che il gruppo non diventi “branco”: in tal caso, si sconfina nel bullismo (altra piaga dei giorni nostri).

 

Distinzioni

 

È bene chiarire un concetto, per sgombrare il campo da facili generalizzazioni o da banali stereotipi. Non bisogna confondere il tema della violenza giovanile con quello dell’immigrazione. Si tratta di due problemi diversi, sebbene non sia raro che si intreccino. Sorvolando la questione politica, il vero oggetto del dibattito è la criminalità che sta invadendo le strade e le piazze del centro cittadino. In questo modo, la “bella addormentata” rischia di non dormire più sonni così tranquilli. Inutile, a tal proposito, ribadire le lamentele dei residenti di piazza Virgiliana per i frequenti schiamazzi notturni.

Due anni fa, intervistato dalla Nuova Cronaca, l’assessore comunale Iacopo Rebecchi rivendicava di aver messo una pattuglia della Polizia locale fissa in piazza Martiri, ritenendo di aver così risolto i problemi di degrado del Lungorio. Riguardo ai giovani violenti, queste erano state le sue parole: “È evidente che, poiché questi ragazzi spesso non commettono illeciti ma atti di maleducazione e piccolo degrado, non si possono mettere in campo misure di limitazione di libertà”. Una frase degna di Ponzio Pilato.

 

Prevenzione

 

Non si vuole certo arrestare o punire questi soggetti per la loro presenza, ma sarebbe consigliabile prevenire le possibilità di liti, aumentando il numero di forze dell’ordine.

Qui, tuttavia, sta forse il vero problema di fondo. Mancano pattuglie nelle zone più a rischio. Non basta la volante in corso Libertà, né quella che, nelle sere dei fine settimana, transita da piazza Mantegna e piazza Erbe. Servono più uomini e più risorse. Necessario, pertanto, un intervento della Questura.

Nel frattempo, la voce di Annarita Santantonio (Questore di Mantova) si fa sentire. Dal palco del Bibiena, dove si è tenuto l’evento conclusivo del Festival della salute mentale, la Santantonio ha insistito sul dovere di fare prevenzione: “Il disagio psicologico va intercettato con una presa di coscienza e un approccio più tecnico”.   Ma, oltre al doveroso lavoro di neuropsichiatri e di assistenti sociali, la città è chiamata in prima persona a far sentire la propria voce.

Ben venga, allora, la riqualificazione di piazza Cavallotti, purché lo stesso venga fatto per le zone limitrofe (come piazza 80° Fanteria, altro angolo ad alto tasso di criminalità). Una città d’arte e di cultura – quale Mantova giustamente si fregia di essere – ha il compito di tutelare il patrimonio non solo del passato, ma soprattutto del presente e del futuro. I giovani virtuosi non mancano nemmeno a Mantova. La città deve essere in mano a loro, non di chi semina paura e violenza.

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
November 14, 2025
Francesco Raffanini