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16/9/2025

Migliaretto sotto inchiesta

L'Agenzia Statale non presenta documenti che possano smentire le osservazioni del giornale

     

L'affaire dei lavori abusivi del Comune edificati all’interno del sedime demaniale del Migliaretto si arricchisce di nuovi elementi. E anche di nuovi legittimi dubbi. All’articolo-inchiesta, pubblicato dal nostro giornale nel numero del 29 agosto scorso, ha prontamente risposto da Roma l’Agenzia nazionale del Demanio.

Ecco la lettera pervenutaci dall’Ufficio Stampa dell’Agenzia:

 

L’area è stata sdemanializzata e dal 2021 è in gestione all’Agenzia del Demanio come bene appartenente al patrimonio disponibile dello Stato. L’esposto alla Procura della Repubblica citato nell’articolo risale al 1996, cioè ben prima che l’area entrasse in gestione all’Agenzia del Demanio. Peraltro, agli atti dell’Agenzia non risulta che all’esposto sia seguito l’avvio di un procedimento e, in ogni caso, stante il tempo trascorso potrebbe essersi estinto. Inoltre, nell’articolo si fa riferimento ad opere di urbanizzazione primaria per servizi essenziali alla collettività quali il gasdotto, l’acquedotto e il condotto fognario, la cui realizzazione risale ad epoca molto antecedente la sdemanializzazione, rispetto alle quali e alla loro natura non si hanno elementi per qualificarle come abusive”.

 

 

Dubbi

 

Non siamo giuristi, tantomeno cultori del diritto Amministrativo. Ci sia concesso tuttavia di eccepire che le argomentazioni prodotte dall’Agenzia non appaiono giuridicamente convincenti di fronte all’evidenza dei fatti oggettivi.

Qualora le opere edili (condotto fognario, acquedotto e metanodotto), come mai fino a oggi smentito dal Comune, fossero state realizzate sul sedime demaniale senza le necessarie autorizzazioni e le dovute concessioni da parte del ministero delle Finanze (per quanto concerne la proprietà immobiliare statale) e del ministero dei Trasporti - Aviazione Civile (in qualità di titolare esclusivo della funzione aeroportuale) e quindi risultassero abusive, esse costituirebbero un illecito tuttora permanente e non prescritto. Non prescritto vuol dire che continua a violare in modo continuativo la norma penale, quella amministrativa (che impone la demolizione in ogni tempo, salvo sanatoria), e quella costituzionale che tutela il patrimonio pubblico dello Stato, a prescindere dal decorso del tempo.

In tal modo costituirebbero un reato non sanabile; ovvero rimediabile unicamente con la loro demolizione e il ripristino dello status quo.

E qui il demonio mette la coda negli affari del Demanio. Poiché il reato di abusivismo edilizio sul bene demaniale è per legge permanente(sino a demolizione), finché l’illecito sussiste, pur commesso ex ante, il bene non può essere sdemanializzato. Altrimenti sarebbe troppo comodo: un tizio costruisce una casa su terreno demaniale, lo Stato dopo un po’ toglie il vincolo e il reato di abusivismo edilizio d’incanto svanisce, assolvendo il proprietario dell’immobile da ogni onere sanzionatorio, anzi legittimandolo con un paradosso giuridico nella proprietà esclusiva del bene come se l’avesse regolarmente acquistato con tanto di rogito davanti al notaio. No, caro Demanio non ci siamo.

 

Rispetto

 

È pur vero che lo Stato è un pessimo amministratore dei suoi beni, ma questo non lo assolve dal dovere di essere il primo a rispettare la legge, proprio perché promulgata in nome di quel popolo sovrano che dello Stato democratico costituisce il fondamento.

È sotto gli occhi di tutti che in amene località balneari esistono interi villaggi di vacanze abusivi edificati su terreno demaniale. Tant’è che, puntualmente, in ogni telegiornale ferragostano fioccano servizi giornalistici di denuncia di illecite occupazioni e privatizzazioni arbitrarie dimolte spiagge; bagnasciuga che, com’è noto, sono per legge demaniali e quindi pubblici. Ci piace pensare che il nostro Paese sia tuttora uno Stato di diritto e non una repubblica delle banane. E ci piace ricordare che non c’è giustizia senza certezza del diritto. Certezza, appunto. Che è quello che manca nella vicenda del Migliaretto.

 

Rogito

 

Torniamo al nostro storico ex-campo d’aviazione. Sostiene l’Agenzia del Demanio: “L’esposto alla Procura della Repubblica citato nell’articolo risale al 1996, cioè ben prima che l’area entrasse in gestione all’Agenzia del Demanio. Peraltro, agli atti dell’Agenzia non risulta che all’esposto sia seguito l’avvio di un procedimento e, in ogni caso, stante il tempo trascorso potrebbe essersi estinto”.

Scusate, come sarebbe che “stante il tempo trascorso (l’illecito, n.d.r.)potrebbe essersi estinto” quando, come nel nostro caso è per sua natura imprescrittibile? Il fatto, poi, che la Procura della Repubblica a suo tempo non abbia preso in esame la questione (o l’abbia archiviata senza darne comunicazione, e quand’anche ciò fosse avvenuto, con quale motivazione?) non sposta una virgola. Anzi, proprio ora che il Comune di Mantova e lo Stato-Demanio si accingono ad andare a rogito, è più che mai necessario andare a fondo alla vexata quaestio e fare chiarezza.

Il reato di abusivismo edilizio sussiste o non sussiste? Sì, perché il notaio rogatore, organo ufficiale dello Stato garante della legalità dell’atto, ha l’obbligo di accertarlo preventivamente. Viceversa, egli stesso potrebbe incorrere in gravissime sanzioni penali e professionali.

Sostiene ancora l’Agenzia del Demanio: “Nell’articolo si fa riferimento ad opere di urbanizzazione primaria per servizi essenziali alla collettività quali il gasdotto, l’acquedotto e il condotto fognario, la cui realizzazione risale ad epoca molto antecedente la sdemanializzazione, rispetto alle quali e alla loro natura non si hanno elementi per qualificarle come abusive”.

 

Contraddizione

 

Proprio non ci siamo. Se la realizzazione dei manufatti abusivi è precedente alla sdemanializzazione, allora come avete potuto sdemanializzare il sedime?

Il fatto, poi, che tali manufatti costituiscano opere di urbanizzazione primaria per servizi essenziali alla collettività quali il gasdotto, l’acquedotto e il condotto fognario, li esime forse dalle dovute autorizzazioni e concessioni?

Andiamo per analogia. Se, poniamo, il Comune di Fregene necessitasse di una strada o di un’elettroconduttura, e di punto in bianco le costruisse attraversando le piste dell’aeroporto di Fiumicino senza darne alcuna comunicazione ai ministeri e alle autorità amministrative e tecniche competenti, secondo voi, sarebbe tutto regolare? Ma stiamo scherzando?

Come si evince dall’esposto alla Procura di Mantova presentato dal compianto dottor Guglielmo Gelati, allora amministratore della società aeroportuale “Nuvolari”, il condotto fognario che attraversa la pista sarebbe addirittura in rilevato, tale cioè da costituire un ostacolo ai velivoli in atterraggio e in decollo. Quando i tecnici della Direzione di circoscrizione aeroportuale di Linate, sotto la cui giurisdizione ricadeva l’aeroporto del Migliaretto, se ne accorsero, trasalirono. E quando i funzionari della Commissione interministeriale inviati da Roma dall’allora ministro dei Trasporti Claudio Burlando per avviare la sdemanializzazione del Migliaretto ne presero visione il procedimento fu immediatamente accantonato.

E infine la perla. Sostiene l’Agenzia del Demanio: “rispetto alla loro natura (delle opere realizzate dal Comune, n.d.r.) non si hanno elementi per qualificarle come abusive”.

Scusateci se non abbiamo capito: come sarebbe a dire che non avete elementi? Quegli elementi, cioè gli atti di concessione e le autorizzazioni tecniche dell’ENAC, li dovete per forza avere, per dimostrare senza alcuna ombra di dubbio che quelle opere erano state legittimamente autorizzate. Insomma: quei documenti li avete oppure no?

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
September 12, 2025
Fabrizio S. Bovi