
Il Mantova domina, ma col Sudtirol è solo 1-1. Ora la sfida salvezza contro il Bari
Di colpo, il sole torna a splendere sul “Martelli” in un tiepido pomeriggio autunnale. Si rivedono il bel gioco, le mosse vincenti della ipno –zona tanto cara all’allenatore, soprattutto si rivede una squadra compatta e determinata. Eppure, il risultato recita 1 a 1 contro il Sudtirol. E, nel gioco del calcio, il tabellino finale è più importante di tutto il resto.
Da settimane raccontiamo di quanto sia traballante la panchina di Davide Possanzini, reduce – prima della gara con gli altoatesini – da una vittoria, un pareggio e ben cinque sconfitte nel primo spicchio di campionato. Numeri preoccupanti e pesanti, che hanno indotto la società a riflettere a lungo sul da farsi. Il momento più delicato è stato dopo la batosta interna contro il Frosinone: un fragoroso 1-5 che sembrava essere una pietra tombale sulle sorti del tecnico biancorosso. Invece, a sorpresa, il presidente Piccoli gli ha concesso due partite di tempo per salvare il posto: le trasferte di Castellammare di Stabia e di Avellino.
In Campania, il Mantova ha mostrato qualche timido segnale di ripresa in termini di gioco, ma i numeri raccontano di un solo punto ottenuto in due partite. Nonostanteciò, fiducia rinnovata a Possanzini.
Si arriva così all’incontro con il Sudtirol allenato dal veterano Fabrizio Castori (in tribuna per squalifica). I tirolesi hanno iniziato col piede giusto il loro campionato e si presentano a Mantova con il rassicurante bottino di 10 punti in classifica. Ma, in ogni caso, resta una sfida salvezza.
Consapevole– finalmente – di dover trovare nuove idee per dare nuova linfa vitale ai suoi uomini, l’allenatore biancorosso schiera un 4-3-3 con Festa tra i pali; Radaelli, Castellini, Cella e Bani in difesa; Paoletti, Artioli e Trimboli in mediana; Bragantini, Bonfanti, Ruocco a comporre il tridente d’attacco. La disposizione in campo funziona, lo si capisce fin dai primi minuti. Il Mantova diventa presto padrone della partita e lo sarà per quasi tutti i 90 minuti. Già al 4’ Paoletti si inventa un tiro lento ma chirurgico, che non entra in porta soltanto per un intervento eccezionale del portiere Poluzzi. Al 18’, Bragantini colpisce il palo dal limite dell’area; al 32’, invece, a tremare è la traversa degli ospiti, sulla conclusione di Trimboli.
Nonostante il monologo dei padroni di casa, al 40’ è il Sudtirol a passare in vantaggio, grazie al colpo di testa di Pecorino nel cuore dell’area di rigore. Il gol fa calare il gelo allo stadio: tra i tifosi serpeggia sempre di più la paura di essere incappati in una stagione stregata.
La sorte sembra tuttavia girare all’inizio del secondo tempo, quando il Mantova pareggia con il preciso diagonale di Ruocco su assist di Bragantini. La rete rianima il tifo di casa, che spinge la squadra a cercare il ribaltone. Per sfruttare l’inerzia del momento, Possanzini manda in campo Fiori, Mensah e Mancuso. Il Sudtirol non esce più dalla propria metà campo, ma riesce a fermare i biancorossi sul più bello, sfruttando anche la fisicità e l’astuzia di alcuni suoi giocatori d’esperienza. Così, mentre le ombre si fanno via via più lunghe sul manto erboso, l’arbitro fischia tre volte. Il pubblico non fischia, ma è inutile nascondere la delusione per una partita che era da vincere.
Era da vincere per il modo in cui il Mantova l’ha interpretata, oltre che per le numerose occasioni create (e non sfruttate a dovere). In casi come questo, criticare l’allenatore è sbagliato: non è Possanzini ad aver gettato al ventole chance da gol, bensì i suoi giocatori. Anzi, il tecnico si guadagna una nota di merito per aver risollevato la squadra dalle ceneri delle cocenti sconfitte dell’ultimo periodo. Evidentemente, la sosta di due settimane deve aver donato forze fresche ed energie mentali. Tutte notizie positive, che lasciano ben sperare in vista dei prossimi impegni. Buone anche le risposte date da diversi calciatori, tra cui Paoletti, Artioli e Ruocco. Quest’ultimo, reduce da mesi difficili per una serie di infortuni, si conferma uno dei prospetti più talentuosi dell’intera rosa. La speranza è che il fisico, d’ora in poi, possa sorreggerlo.
La situazione di classifica deficitaria, tuttavia, impone di guardare anche il rovescio della medaglia, che porta a chiedersi come Festa e compagni abbiano fatto a non vincere pur giocando così bene. Inutile prendersela con la sfortuna. I gol sbagliati davanti al portiere sono frutto di errori da parte dei singoli, e lo stesso vale per la rete subìta (della quale il responsabile è Bani). Mancano precisione e concentrazione nelle diverse fasi della partita.
La trasferta di Bari (domenica, ore 17.15) dirà molto sul reale stato di salute di questo Mantova che assomiglia a un pugile suonato: ferito, ma ancora in piedi.