
Intervista a Cristiano Rondelli, direttore generale dei biancorossi, solida realtà del futsal italiano
Quando ci sediamo con Cristiano Rondelli al tavolino del Caffè 111 di via Chiassi, l’aspetto lo “tradisce” immediatamente: ha ancora dentro l’agonismo e l’emozione dell’ultima partita in casa del “suo” Mantova Calcio a 5, venerdì 21 contro il Napoli. Una sconfitta profondamente ingiusta per quello che si è visto in campo, con una squadra (il Mantova) a dominare l’altra ma portando a casa 0 punti.
Il match è finito 4 a 5, con il doppio vantaggio virgiliano “bruciato” due volte a favore dei campani, prima del ribaltone finale. Un andamento, però, fortemente influenzato da un arbitraggio eufemisticamente infelice, che ha premiato la cattiveria e le scorrettezze ospiti e ha più volte, in azioni di gioco, penalizzato i locali.
“Una situazione che purtroppo si ripete ciclicamente - sintetizza il direttore Rondelli - Possiamo dire che non siamo fortunati con gli arbitraggi, e non aggiungo altro. Perché è veramente anomalo essere colpiti ripetutamente da errori che condizionano le gare e, alla lunga, l’intero campionato. Ci siamo fatti sentire, anche documentando, ma purtroppo e per sfortuna la cose non sembrano migliorare”.
Cristiano beve il caffè e si rasserena quando gli si chiede, per stemperare, come si senta quando pensa alla Serie A e all’aver portato, oramai più volte, i colori del Mantova nella massima serie del futsal nazionale: “Orgoglioso ovviamente, sono emozioni uniche in una vita sportiva e non. Siamo oramai una realtà consolidata del panorama nazionale, ci siamo riusciti a ritagliare un ruolo e degli spazi che non si erano mai visti e vissuti a Mantova. E crediamo di aver ricevuto, dal territorio e dall’esterno, una credibilità che ha pochi paragoni nello sport della nostra città e provincia”.
Credibilità che, gli diciamo, si traduce anche nel sostegno delle attività e delle aziende del territorio, in crescita e con un marchio primario, come Saviatesta, a sostenere anche anagraficamente la squadra: “Vero, ma questi sono i risultati di un lavoro lungo, coerente e costante negli anni. Una credibilità, appunto, che si edifica nel tempo e che una volta raggiunta, bisogna saper mantenere con i risultati sportivi sì, ma anche umani”.
Risultati che, al netto della prima squadra, vedono un settore giovanile in crescita costante, per quantità e quantità: “Qualcosa di impensabile qualche anno fa, quando iniziammo a creare letteralmente da zero il settore giovanile. La concorrenza del calcio a 11 e di altri sport era ed è fortissima, e solo un grande lavoro tecnico e di territorialità diffusa ci ha permesso, in relativamente pochi anni, di costruire una realtà solidissima fatta di tante squadre organizzate e forti, che danno un sacco di soddisfazioni”.
E che magari daranno anche qualche giocatore in prima squadra in futuro: “Certamente, l’obiettivo è quello, è innegabile. Sarebbe il coronamento di un percorso incredibile poter vedere la filiera completarsi così. Nelle Coppe e in altre occasioni stiamo lavorando già in tal senso, ma i tempi sono quasi maturi per poter avere qualcuno in pianta stabile”.
Altra soddisfazione, grande ed emozionante, è vedere il PalaSguaitzer pieno ad ogni partita che si gioca in casa: “È così, e anche lì è stato fatto un lavoro lungo e determinato, negli uomini e nei modi di fare. Ci siamo letteralmente costruiti un pubblico negli anni, fedele e fidelizzato, e oramai ad ogni gara vediamo aggiungersi qualche faccia nuova. Soprattutto fra i giovanissimi, che capiscono sempre di più quanto il futsal sia uno sport bello da praticare ma anche da vedere, da gustarsi dal vivo”.
Tra una parola e un’altra si è fatta quasi ora di pranzo, e ci congediamo da Cristiano con un’ultima battuta, più sul presente e sull’immediato futuro: cosa aspettarci da questa stagione di Serie A, per il Mantova?
“Bella domanda, siamo curiosi anche noi di vedere dove e come possiamo arrivare. Obiettivo ovviamente è salvarsi e farlo magari il prima possibile, anche per programmare il futuro con un po’ di anticipo. Vogliamo diventare habitué della categoria e alzare leggermente l’asticella anno dopo anno. Per la stagione, cercheremo anche di fare qualcosa sul mercato invernale, per dare più scelta e alternative al mister e non lasciare davvero nulla al caso o di intentato”.