Grazie al pareggio con il Catanzaro, i biancorossi mantengono la categoria. Festa grande allo stadio
Fuochi d’artificio, il Mantova è salvo! Grazie al pareggio con il Catanzaro, i biancorossi si sono garantiti la permanenza in serie B, chiudendo la stagione al quattordicesimo posto. Una salvezza meritata ma sofferta, che ha tenuto i tifosi col fiato sospeso fino all’ultimo, come nei migliori romanzi (con lieto fine).
Il campionato prevedeva un finale da dentro o fuori, con due gare casalinghe in cui la squadra di Possanzini era chiamata a fare più punti possibili. Le avversarie erano Carrarese e Catanzaro, squadre già approdate ai rispettivi obiettivi (salvezza e playoff), ma pur sempre insidiose. In più, la pesante battuta d’arresto a Salerno aveva riacceso una spia d’allarme sulla classifica dei virgiliani, pericolosamente vicini allo spettro dei playout.
Serviva, dunque, una settimana da leoni. I primi a rispondere all’appello sono stati i tifosi, che vanno ringraziati per il loro sostegno incondizionato alla squadra, anche nei momenti più difficili. Il fattore “Martelli” – spesso decisivo nel corso della stagione – si profilava il vero asso nella manica del Mantova, pronto ad affrontare le ultime due gare stagionali tra le mura amiche. Così è stato: lo stadio ha fatto registrare il tutto esaurito in entrambi gli appuntamenti, toccando quota diecimila presenze.
Nella partita con la Carrarese, Possanzini ha riproposto la formazione consolidata, consegnando le chiavi dell’attacco al veterano Mancuso. Il “pescatore” non ha tradito e, sul finire del primo tempo, ha segnato la rete del vantaggio, con un’azione personale di qualità e una conclusione precisa. Gol pesante anche per lui, arrivato così al traguardo della doppia cifra in campionato. Dopo un inizio complicato, l’attaccante ex Empoli e Palermo ha ritrovato la forma migliore e si è confermato bomber di categoria, trascinando il Mantova a suon di gol.
La seconda frazione di gioco si è aperta nel peggiore dei modi: pareggio immediato della Carrarese, abile a sorprendere la difesa mantovana con l’inserimento di Finotto. L’1 a 1 non poteva soddisfare la squadra di casa, anzi, rimetteva in gioco paure e fantasmi. Col passare dei minuti, il pallone diventava più pesante, perché non si poteva più sbagliare. Poi, al minuto 83, l’urlo liberatorio: azione di Bragantini, passaggio per Debenedetti, tiro che si insacca nell’angolino basso. Mantova due, Carrarese uno. Al fischio finale, non c’era calciatore in campo che non esultasse: i biancorossi, per la gioia di una vittoria che avvicinava la meta; i toscani, per una sconfitta indolore che sanciva comunque la permanenza in cadetteria. Tutti felici e contenti.
Al Mantova, tuttavia, serviva ancora un punto, un ultimo passo verso la gloria. Infatti, la classifica, a novanta minuti dall’epilogo del campionato, recitava: Mantova 43,Brescia, Frosinone e Sampdoria 40, Salernitana e Cittadella 39. Tutte in lotta per la salvezza. I virgiliani erano padroni del proprio destino: sarebbe bastato un pareggio per essere salvi. Le uniche paure erano legate ad una combinazione difficile, ma non improbabile: vittorie di Brescia, Frosinone e Sampdoria, sconfitta del Mantova. in quel caso, arrivando tutte e quattro a quota 43, i biancorossi sarebbero finiti ai playout, a causa della classifica avulsa.
Al di là di questi calcoli, la prima cosa da fare era pensare alla propria partita. Si arriva così al fatidico giorno della verità. In un martedì sera di metà maggio, i tifosi si riuniscono per l’ultima volta in stagione. Sugli spalti non manca nessuno, è come il giorno dell’esame di maturità. Possanzini manda in campo i soliti noti, per la battaglia finale. Il primo tempo scivola via senza tante emozioni. L’unico brivido è il gol del Catanzaro, annullato giustamente per gioco pericoloso in area di rigore. Per il resto, accade ben poco. L’impressione è che le squadre si accontentino del pareggio. Del resto, i calabresi sono già qualificati ai playoff e hanno la testa alla partita successiva.
Finiti i primi 45 minuti, passaparola in tutto lo stadio per sapere i risultati dagli altri campi. Il Brescia e la Samp pareggiano, il Frosinone vince. Bene così, ma manca ancora troppo tempo per cantar vittoria. E allora, con un occhio al cellulare e uno alla partita, i tifosi si apprestano a seguire il secondo tempo. Lo spettacolo non è dei migliori, anzi, a regnare sovrana è la noia. Il Catanzaro non punge, i padroni di casa avrebbero qualche spazio da sfruttare, ma preferiscono temporeggiare. La tensione e la paura di sbagliare fanno la differenza. Così, la gara si trascina senza sussulti fino alle battute finali. Al “Martelli” si aspetta solo il triplice fischio. Nel frattempo, anche dagli altri match giungono buone notizie.
22:30 circa. È finita, il Mantova si è salvato. Cittadella e Sampdoria retrocedono direttamente in C (per i liguri è la prima volta nella storia), spareggio playout tra le due nobili decadute, Frosinone e Salernitana. Il Brescia si salva a braccetto con gli “amici” biancorossi: storie di un gemellaggio infinito.
Lo avevano detto tutti, a partire dal presidente Piccoli: il Mantova si sarebbe salvato. In un modo o nell’altro, l’ambiente era convinto di poter superare indenne il primo anno di serie B, nonostante le difficoltà e il valore degli avversari. Il tempo ha dato ragione a questa convinzione. La squadra ha raggiunto l’obiettivo all’ultima giornata, dopo aver sofferto (soprattutto nel girone di ritorno). È stata una stagione di alti e bassi: un ottimo avvio, un inverno avaro di soddisfazioni, poi la rinascita primaverile, che ha visto i biancorossi uscire dalla zona retrocessione con una eroica rimonta.
Il Mantova 2024-25 verrà ricordato come una formazione spavalda, spensierata, fedele alla filosofia di gioco dall’inizio alla fine. Una squadra costruita a immagine e somiglianza del suo allenatore, Davide Possanzini, entrato di diritto nella storia di questa società. In due anni, dal suo arrivo, si è passati da una C riacciuffata grazie al ripescaggio ad una B mantenuta grazie al bel gioco. “Quando ho firmato per il Mantova” – ricorda il mister a fine gara – “mi è stato detto che l’obiettivo era la promozione in seconda serie nell’arco di tre anni. A distanza di due anni, possiamo dire di aver bruciato le tappe”. Merito anche degli altri due membri di questo magico triumvirato: il presidente Filippo Piccoli (arrivato a fari spenti e capace, in poco tempo, di riaccendere l’entusiasmo)e il direttore sportivo Christian Botturi (“mago” del mercato).
Non sono mancate le critiche, come è lecito che sia. Nel periodo in cui le cose non andavano, si è contestata l’intransigenza tattica di Possanzini. Inoltre, sul banco degli imputati è finita anche la difesa, che in troppi momenti si è rivelata non all’altezza (tant’è che il Mantova chiude con 56 reti subite, seconda peggior difesa). Questi nodi rimangono e andranno risolti nel corso del mercato estivo.
In attesa di capire il futuro (l’unica certezza è che l’allenatore ha un altro anno di contratto), è giusto godersi il presente. “Resteremo in serie B”, gridava la Curva Te nella dolce notte del “Martelli”. Altra serata di festeggiamenti, dopo quelli di un anno fa. Una generazione di bambini e ragazzi sta crescendo insieme alla squadra del cuore, che ha ricominciato a far sognare anche i suoi tifosi storici.
Una salvezza che resterà nei ricordi di tutti, così come i suoi artefici: capitan Burrai, l’amatissimo Mensah, il talentuoso Fiori, il tuttofare Trimboli, l’uomo ragno Festa…dei singoli si parlerà a lungo, ma è stata soprattutto una vittoria di squadra. Tutti uniti per un solo obiettivo.
L’anno scorso avevamo concluso con le parole di Dante: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Oggi, finalmente, possiamo dirlo: il cielo stellato continuerà a Brillare anche nella prossima stagione.