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Pubblicazione del  
16/9/2025

Stavolta non ci sono scuse per i biancorossi

Sconfitta di misura contro l'Entella. Continua il mal di trasferta. Ora il derby con il Modena al "Martelli"

Metti una domenica di fine estate in Liguria, nella ridente cittadina di Chiavari, 27 mila abitanti e un delizioso affaccio sul mare. La più classica delle gite fuori porta. Sorge spontaneo pensare che anche i giocatori del Mantova abbiano interpretato la trasferta ligure in questo modo. Altrimenti sarebbe difficile giustificare la pochezza di gioco e i ritmi blandi visti nella gara persa per 1 a 0 contro la Virtus Entella. D’accordo, è ancora estate, ma dopo tre giornate il campionato è già entrato nel vivo e, come recita il copione della serie B, chi si ferma è perduto.

La partita

Nel calcio, chi perde tende a nascondersi dietro le(presunte) scusanti. Prima tra queste potrebbe essere il terreno sintetico del campo di Chiavari, dove l’Entella non perde da 40 partite. A questo si potrebbe aggiungere l’infortunio che ha tolto di mezzo Cella poco prima del fischio d’inizio. Ma non è abbastanza per giustificare lo spettacolo visto nei 90minuti.

Possanzini schiera il 4-2-3-1 con Festa tra i pali, Mantovani e Castellini al centro della difesa, affiancati dai terzini Bani e Radaelli; in mediana Trimboli e Wieser (al posto di Majer, escluso per scelta tecnica); in avanti, il tridente Galuppini-Mancuso-Fiori alle spalle della punta Bonfanti.

Pronti via, dopo sette minuti i virgiliani si ritrovano già in svantaggio. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, il difensore avversario Tiritiello colpisce di testa e trafigge Festa. Sembra di rivedere i fantasmi della scorsa stagione, quando le trasferte erano spesso inaugurate da un gol subìto in apertura. In molti casi, quelle reti prese a freddo pesavano come macigni, rivelandosi decisive ai fini del risultato. È trascorso un anno, ma la pericolosa abitudine pare essere rimasta. Altro difetto cronico: i colpi di testa letali degli avversari. Al debutto era stato il monzese Izzo, a Chiavari è toccato a Tiritiello. I problemi stanno (anche) in cielo.

Dopo lo shock iniziale, il Mantova fatica a rialzarsi. I passaggi sono prevedibili, le verticalizzazioni latitano, le gambe non girano. Funziona, invece, il pressing asfissiante dei padroni di casa, capaci in più di un’occasione di bloccare sul nascere l’ormai nota “ipno-zona”, marchio di fabbrica del tecnico biancorosso.

Gli unici sussulti arrivano tutti insieme, negli ultimi cinque minuti del primo tempo. Prima è Radaelli ad andare al tiro; poi Mancuso colpisce il palo con un colpo di testa chirurgico; pochi secondi dopo, Galuppini e ancora Radaelli costringono il portiere Colombi a due grandi interventi. All’improvviso, il Mantova è rinato. Segnali che fanno ben sperare in vista della seconda frazione.

Al contrario, la ripresa si trasforma ben presto in un incubo. Tornati dagli spogliatoi, infatti, i biancorossi sembrano già aver smarrito l’entusiasmo di fine primo tempo e tornano a giocare una gara di attesa. L’Entella, invece, dopo essersela vista brutta, riparte con il piglio giusto e ricomincia a mettere in difficoltà la difesa ospite. Così, tra conclusioni fuori misura e tiri salvati sulla linea di porta, è più la squadra ligure ad andare vicina al colpo del ko che i virgiliani a sfiorare quello del pareggio. Titoli di coda: l’Entella vince la prima gara dal suo ritorno in B. Ed è un successo più che meritato.

Il commento

Su ventuno gare in trasferta disputate da quando è tornato in cadetteria, il Mantova ne ha vinte soltanto due (contro Cittadella e Brescia, entrambe retrocesse). Il dato è preoccupante. Ma ad essere ancora più preoccupanti sono le prestazioni dei virgiliani, che si confermano molli e incapaci di reagire ai colpi dei rivali. Se si gioca come contro l’Entella, le probabilità di uscire sconfitti sono molto alte.

Alla luce di questi numeri, il tempo degli alibi è finito. Non c’è assenza che tenga e ci si augura che la classica scusa del “periodo di apprendistato” non venga più presa sul serio. Di norma, da una stagione all’altra si cerca di migliorarsi: il Mantova viene da una salvezza sudata ma meritata, guadagnata quasi del tutto tra le mura amiche del “Martelli”. Oggi, dopo un calciomercato ambizioso, è legittimo aspettarsi che l’asticella venga alzata, sia in termini di prestazioni in trasferta che di piazzamento finale in classifica. L’inizio non è incoraggiante. Anche la vittoria con il Pescara, infatti, ha lasciato molti interrogativi sulla condizione fisica e sull’inserimento dei nuovi (soprattutto dello “Squalo” Bonfanti, fin qui pesce fuor d’acqua).

La tifoseria – l’anno scorso fedele alleata – comincia a mugugnare. Possanzini si è guadagnato un posto nell’olimpo della storia biancorossa, ma questo non significa che abbia l’immunità perenne. Le sue scelte tattiche e tecniche fanno discutere (perché Wieser titolare al posto di Majer?). Le prossime sfide casalinghe – contro Modena e Frosinone –rappresentano già un banco di prova.

Appuntamento sabato 20 settembre, ore 19.30, per il derby con gli emiliani, attualmente primi in classifica. Mantova, se ci sei batti un colpo.

 

 

Fotografia pubblicata su gentile concessione di Mantova 1991, che ne detiene la proprietà.

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
19/9/2025
Francesco Raffanini