
Gennaro Borriello, ex fischietto di Serie A, si racconta tra passato e presente
"Quella volta che…”. Campano di nascita, mantovano d’adozione: Gennaro Borriello racconta la sua vita col fischietto in bocca tra passato, presente e, perché no, futuro. Partendo da un aneddoto risalente a più di vent’anni fa quando allo stadio “Renato Curi” di Perugia mandò Francesco Totti sotto la doccia dopo appena venti minuti.
Ce lo racconta quell’episodio?
“Partirei da una doverosa premessa. Mi sento un arbitro fortunato visto che in carriera, e di partite ne ho dirette tante, sono più le curiosità in accezione positiva da poter raccontare che negativa. Sicuramente quel pomeriggio di Perugia è stato quantomeno particolare: mi ritrovai ad espellere nella stessa partita prima il capitano della Roma Francesco Totti e poi l’allenatore della stessa Roma che era Fabio Capello.
“Cose che non capitano tutti i giorni diciamo. Era la stagione 1999/2000. Che poi, a volerla dire tutta, l’espulsione di Totti fu stranissima perché nacque dopo un fallo a favore fischiato alla Roma. Sulla palla per battere la punizione c’era Candela, Totti iniziò a protestare con la barriera, da lì ne scaturì un battibecco che si concluse prima con il giallo e subito dopo col rosso.
“A ripensarci oggi, sono episodi di un calcio diverso da quello odierno. Dopo più di vent’anni un’espulsione di quel tipo fa quasi sorridere. Conclusi quella stagione arbitrando la Lazio che divenne campione d’Italia. Con Perugia ancora sullo sfondo. Per Perugia-Juventus che tutti ricordano per il nubifragio venne designato Collina. A me affidarono Lazio-Reggina”.
Calcio di ieri e calcio di oggi: quali le differenze maggiori per un arbitro?
“Inevitabile il richiamo al Var. La tecnologia rappresenta l’evoluzione fisiologica delle cose, anche per gli arbitri. L’introduzione della tecnologia rappresenta una linea di demarcazione dietro la quale non è più possibile tornare. Ma il Var è uno strumento sicuramente utile, tanto agli arbitri quanto al calcio. Ho una considerazione positiva del Var, lo dico senza alcun dubbio”.
A proposito di Var, con la tecnologia in campo come sarebbe andato a finire secondo lei l’episodio del contatto in area tra Ronaldo e Iuliano in Juventus-Inter del’98, di cui si continua a discutere ancora oggi?
“Con il Var quello è rigore tutta la vita. Oggi un episodio di quel tipo, in cui il difensore si frappone all’attaccante impedendogli di raggiungere il pallone, verrebbe segnalato con richiamo al Var del direttore di gara”.
In carriera ha mai arbitrato il Mantova?
“No, ma non perché non potessi. Sono nato a Torre del Greco ed ho arbitrato molte volte il Napoli. Semplicemente non è capitata l’occasione perché le categorie tra il sottoscritto ed il sodalizio biancorosso erano diverse in quegli anni”.
Una curiosità: quanto può guadagnare un arbitro nel corso di una stagione?
“Parliamo di arbitri di serie A e B, che poi fanno parte della stessa Can. Partita più, partita meno, si può arrivare fino a duecentomila euro. Lordi”.