
Si interrompe la striscia di successi consecutivi. Il 3-0 rispecchia l'ampio divario tra le due squadre
Nella giornata dei tanto a niente in serie B (5 pere il Bari, 5 la Carrarese) e del punti-0 delle squadre in fondo alla classifica, il Mantova non è voluto essere da meno e di gol ne ha presi 3 in laguna, in una gara in cui le nostre punte hanno visto la porta avversaria col binocolo e con la flebile speranza di dire la propria. 3 gol subiti e 0 punti e 0 tiri nella porta dei locali, ma tanti gli spunti di (spicciola) riflessione.
In ordine sparso, ma in elenco ordinato:
1) per fortuna che Stroppa può allenare solo una squadra per volta. È chiaramente la kryptonite di Possanzini, dalle 4 mandole di Cremona dello scorso campionato alle 4+3 di Venezia. "Stop the count";
2) Pezzuto di Lecce ha evidentemente qualche problema con Mantova (ricordate Bari lo scorso anno?): siamo sicuri che nessuno che ci legge abbia, per caso, importunato la moglie o compagna del fischietto? Perché l'acredine che ha messo nella gara di ieri, con l'aiuto del Var, può avere una logica spiegazione solo così: altrimenti, l'unica alternativa di senso resterebbe la cattiva fede, ma meglio non pensarci. Piccoli o Rinaudo, comunque, la voce 'sto giro (forse) andrebbe alzata: il mix di incapacità di giudizio è stato talmente ampio e variegato (ostacolo nel primo gol, rigore fuori area, rosso no-sense, braccio di Bani, doppia ammonizione a Svoboda negata) da non meritare assolutamente il silenzio (degli innocenti): Hannibal Lecter;
3) ci eravamo un po' detti tutti, mister compreso, che Venezia ci avrebbe detto chi siamo: beh, meglio non sentire il giudizio che viene dalla laguna allora, perchè sarebbe tendenzialmente e mediamente ingeneroso rispetto al periodo recente dei biancorossi. Il Mantova ha sì retto l'urto arancioneroverde per lunghi tratti, anche con pazienza e (seppur pochi) muscoli, ma sempre senza dare l'idea di poter controbattere. I ragazzi (ci) hanno trasmesso la sensazione, nella fase di impostazione dopo quella di difesa, di essere lo sparring partner di chi prova la scalata alla vetta della categoria, con esplosioni di divario tecnico e atletico troppo elevati per essere veri. Torna in auge, così, un vecchio leitmotiv che accompagna l'avventura biancorossa in serie B da un anno e mezzo: il mancato esame di maturità. Quando arriva QUELLA gara in cui puoi fare il salto, boom: cadi per terra. Per carità, il calendario stavolta non ha aiutato, ma resta l'impressione generale che quando un avversario sembra troppo più forte o troppo più "grande" di noi, si parta sconfitti in partenza. Profezia autoavverante (dicono nelle scienze sociali);
4) forse, e diciamo forse, l'ampia rosa di giocatori in diffida, date soprattutto le premesse/attenuanti (non generiche) del punto 3) appena esposte, poteva far propendere per una gestione diversa di alcuni uomini, senza correre il rischio di ritrovarsi, per la prossima in casa (contro una diretta avversaria alla sopravvivenza, la Reggiana), con una lenzuolata di squalifiche. Per carità, col senno di poi tutti fenomeni, noi in primis, però...;
5) calma e sangue freddo (altro vecchio pallino di questo spazio editoriale): nonostante tutto, siamo dove eravamo settimana scorsa, un gradino (piccino piccino) sopra l'inferno (play out e/o retrocessione diretta), con distanze, speranze e delusioni invariate. Un weekend che ha visto perdere praticamente tutti laggiù (Padova escluso), sia i consolidati cui viene millantata una - per ora - grande stagione (le già citate Carrarese o Reggiana, o quel Sudtirol spesso portato nei commenti come esempio di virtù e concretezza by Castori), sia i già boccheggianti da tempo (Bari, Pescara, Entella). C'è una grande ammucchiata di "disperati" (virgolette d'obbligo, ca va sans dire) che, in 5-6 punti, raccoglie tutti i 100 canti dell'opera di Dante. E possiamo, dunque, tranquillamente uscire (a breve) "a riveder le stelle";
Elenco/omelia terminato, saluti e raccomandazioni finali (come a fine messa). Abbiamo superato il primo terzo di campionato, e la sensazione è che soglia punti, soglia risultati e soglia salvezza sia più bassa del solito e che ci sarà più bagarre (per mille e una ragione diversa) dello scorso anno, come numero di team coinvolti. E con un "numero alto", il Mantova è una delle poche squadre (forse l'unica delle citate nel punto 5) che ha le caratteristiche non individuali per emergere ragionando, per fortuna, come collettivo: una sorta di rivisitazione della legge dei grandi numeri in chiave ipnozonica, dove gli "eventi imprevedibili su un singolo caso diventano prevedibili su una grande collettività di fatti, visto che le fluttuazioni casuali tendono a stabilizzarsi nel lungo periodo". Come a dire, mettendola pane e salame (eh!): alla lunga, e alla fine, le capacità di questa squadra tendono a "sconfiggere" le casualità e le situazioni estemporanee, perché bastano "solo" il tempo e la forza delle proprie idee e concetti per riequilibrare tutto. Il più bel mix del mondo e della storia, insomma: statistica e sentimento.
