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Pubblicazione del  
24/9/2025

Un derby da dimenticare subito

Il Modena trionfa per 3 a 1 al "Martelli". Per il Mantova c'è aria di crisi. Ora il Frosinone

Era stata annunciata come la partita del riscatto, dopo un inizio di stagione non brillante. È diventata la sceneggiatura di un film dell’orrore, perfettamente girato dall’inizio alla fine. Il Modena è tornato a vincere al “Martelli” dopo 56 anni, un’eternità. E ha vinto con pieno merito, anzi, avrebbe potuto portarsi a casa un successo ancor più rotondo. Se i Canarini brillano, in casa biancorossa è buio pesto ed è complicato immaginare scenari luminosi, in questo momento.

La partita

Il primo atto della tragicommedia in salsa virgiliana si consuma prima del fischio d’inizio, con la decisione della Curva Te di restare in silenzio per i primi 45 minuti: una forma di protesta in risposta al divieto di trasferta ai tifosi del Modena (a seguito degli scontri dello scorso anno).Il risultato è un’atmosfera irreale, con una curva deserta e l’altra in silenzio. Non lo si può certo definire un alibi, però l’assenza di tifo è uno degli elementi che concorrono a tinteggiare di nero la serata del Mantova.

In campo, le scelte di Possanzini fanno discutere. Le chiavi del centrocampo vengono riconsegnate a Majer (dopo la parentesi di Wieser nella trasferta di Chiavari), mentre in attacco ci sono Mensah, Falletti, Caprini e Mancuso. Nessuna chance, nemmeno stavolta, per Bragantini.

Il Modena è una squadra costruita per obiettivi ambiziosi equesta differenza di valori con il Mantova si vede fin da subito. Infatti, dopo 42 secondi, gli emiliani sono già in vantaggio. Errore fatale del difensore biancorosso Castellini, che scivola e lascia all’attaccante avversario Gliozzi tutto il tempo e lo spazio per infilare Festa. Neanche il tempo di entrare in clima partita e il Mantova sembra già esserne uscito. Gli uomini di Possanzini accusano il colpo e continuano a commettere imprecisioni, consegnando le chiavi del gioco ai rivali. Da qui in poi comincia l’agonia. Minuto 13: tocco di mano di Caprini in area, calcio di rigore assegnato dall’arbitro Pairetto dopo revisione VAR. Sul dischetto si presenta Gliozzi, che spiazza il portiere ma calcia fuori. Sospiro di sollievo, c’è ancora partita. Al 35’, i gialloblù segnano con Gerli, ma la rete viene annullata per fuorigioco. Altro sospiro di sollievo. Al terzo tentativo, però, la squadra di Sottil raddoppia, con il colpo di testa (su calcio d’angolo, tanto per cambiare…) di Tonoli. Imbarazzante la passività della difesa virgiliana.

Siamo appena al 40’ del primo tempo, ma la partita sembra già chiusa. Tuttavia, nel momento di massimo sconforto, arriva il primo e unico squillo del Mantova. L’azione si sviluppa in modo semplice: rinvio lungo di Festa, palla a Mensah che si porta a spasso il difensore e lo costringe a commettere fallo. Rigore per i padroni di casa. Dagli undici metri, Mancuso non sbaglia. Lo stadio si rianima, come un inatteso raggio di sole nel mezzo di una tempesta.

Il guaio è che la tempesta ricomincia nel secondo tempo. Il Modena torna ad assediare l’area biancorossa e sfiora ripetutamente il terzo gol. Prima la traversa di Zampano, poi il rigore revocato per fuorigioco di Tonoli. Il destino, però, alla fine premia la superiorità degli emiliani. La rete del 3 a 1 è l’ultimo atto dell’horror virgiliano: cross di Gliozzi, Majer anticipa tutti e mette in porta il più clamoroso degli autogol. Pietra tombale sulla gara. Nel finale succede poco. Tutti aspettano solo il triplice fischio, cui seguono altri fischi, quelli del pubblico di casa. E’ la prima vera contestazione dell’era Possanzini: epilogo di una notte da brividi.

Il giudizio

Passa il tempo, ma i vecchi difetti non se ne vanno. È da oltre un anno che si rilevano i soliti errori della retroguardia del Mantova: i palloni persi, le marcature inefficaci sui calci d’angolo, i limiti della difesa a zona. Se la nave barcolla, è legittimo aspettarsi che il comandante cambi qualcosa. Davide Possanzini, invece, non rinuncia ai propri ideali e affronta la tempesta con le solite, vecchie armi. Tattiche che iniziano ad essere usurate e ben note alle altre squadre. Finito l’effetto sorpresa, l’allenatore sembra non avere un piano b per rilanciare i suoi giocatori.

C’è anche un problema mentale, certo. Ma i problemi dei biancorossi sono più profondi e nascono dalla carenza di gioco e di qualità. La difesa ha cambiato interpreti ma continua a fare acqua, come dimostrano gli svarioni di Bani e di Castellini. A centrocampo, poi, il rendimento di Majer è talmente deludente (al di là dell’autogol) da far rimpiangere l’ultimo Burrai. Senza il mediano sardo, anche Trimboli ha abbassato il suo rendimento. L’attacco non è da meno. L’unico che tira la carretta è Mancuso. Mensah almeno crea pericoli, ma di segnare non se ne parla. Gli altri (Falletti, Fiori, Galuppini, Bragantini, Bonfanti) risultano non pervenuti.

Tempi di dubbi e di riflessioni, in attesa del prossimo avversario, il Frosinone. Si gioca ancora al “Martelli”, sabato alle 15. Vietato sbagliare. In caso di sconfitta, la panchina di Possanzini comincerebbe a traballare seriamente.

 

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
26/9/2025
Francesco Raffanini