Isola pedonale che non funziona per niente
In corso Umberto I, nel cuore di Mantova, ogni giorno chiudono negozi e l’Amministrazione comunale ha deciso di occuparsi del problema. Al punto da ordinare ai tecnici una rivoluzione: abbassiamo i marciapiedi! Un’ottima soluzione.
Napoleone aveva ripristinato l’uso di marciapiedi ad una quota più alta della carreggiata (come già facevano i romani) per poter lavare le strade e impedire all’acqua, anche quella meteorica, di invadere lo spazio dei pedoni, ma a Mantova siamo moderni.
Invece di abbassare i marciapiedi, un individuo mediamente intelligente e mediamente colto forse comincia a pensare che la sperimentazione dell’isola pedonale in corso Umberto I è fallita e la ZTL – che non libera dall’inquinamento perché sposta solo il traffico in strade parallele, nè aumenta i parcheggi – alla fine desertifica le strade.
Il solito individuo mediamente intelligente e un po’ colto, forse comincia a pensare che si potrebbe eliminare l’isola pedonale e sperimentare una ZTL a orari, magari dalle 10.30 alle 17.30 in modo che il pomeriggio e la notte il deserto venga vivificato da ciò che l’Amministrazione odia di più: il traffico delle auto, ma i maghi della mobilità spiegano sulla Gazzetta che una città moderna, ma morta, va in bicicletta.
Sì, una città che ha il 28% della popolazione sopra i 65 anni e il 9% sotto gli 11, deve andare in bicicletta, anche con la pioggia e il gelo.
Se l’obiettivo da raggiungere è la gestione del traffico di Milano, bisogna ricordare ai maghi dell’Amministrazione della nostra città che su questo tema è in atto una rivolta a Milano, che pure ha la metropolitana, un ottimo sistema di mobilità su ferro e su gomma in superficie, un’ottima organizzazione di parcheggi.
A Mantova, invece spadroneggia l’APAM che non si vergogna di alzare le tariffe a fronte di un servizio inefficiente e indecente: ma gli assessori guardano oltre.
Forse è ansia da prestazione: l’ansia da prestazione consiste nel timore, nella preoccupazione eccessiva e sproporzionata per una situazione futura, in cui è richiesta una certa performance e il soggetto anticipa tale situazione prefigurandosi esiti catastrofici: teme di essere valutato negativamente, di risultare inadeguato e di fallire. Sic.
Carlo Boninsegna