Gli zombie del cellulare nella Treccani
È ufficiale: gli zombie del cellulare hanno un nome. Di più: il nome è finito nella Treccani online, mica uno scherzo. Ora tra il milione e passa di lemmi e vocaboli della più famosa enciclopedia italiana c’è il neologismo che fotografa una questione sociale che riguarda tutti, grandi e piccoli. E il neologismo è “smombie’. Vuol dire gli “zombie dello smartphone”. Cioè quei giovani e giovanissimi (la netta maggioranza) che “camminano per strada senza alzare lo sguardo dallo smartphone, rischiando di inciampare, scontrarsi con altre persone, attraversare la strada in modo pericoloso”.
UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO
Sono anni che se ne discute. In tutto il mondo. In Germania, ad esempio, la parola “smombie “è stata utilizzata per la prima volta nel 2018 e nel 2015 “smombie “è stata eletta “parola dell’anno”. In Corea del Sud già cinque anni fa si parlava di emergenza. Testualmente: “È un problema di ordine pubblico che ha fatto impennare il numero di incidenti”. A Seul il Garante per le Telecomunicazioni è intervenuto con un servizio che blocca lo smartphone quando il suo proprietario muove più di cinque passi.
In Cina l’allarme è scattato nel 2014, in Belgio hanno creato le cosiddette “corsie degli smombie”. Il fenomeno, senza alcun dubbio, dilaga e inquieta. Non tutti, però.
SMARTPHONE, OGGETTO DI USO QUOTIDIANO
Le nuove generazioni non sanno farne a meno. Lo portano con sé, ovunque.
Per le sue molteplici funzioni. Quindi chi è veramente uno smombie?
È colui che per strada risponde ad un messaggio su Whatsapp, che guarda delle foto, sceglie che musica ascoltare, guarda un video, magari fa dei calcoli con la calcolatrice, ordina la spesa, prenota una cena, gestisce i suoi soldi con l’home banking.
E tutto con un tocco semplice, veloce, immediato. Senza bisogno di carta, penna, francobollo per spedire una lettera. Senza bisogno di prendere l’auto per andare al supermercato, senza la necessità di andare allo sportello bancario. Eccetera, eccetera.
Insomma, fare tutto e risparmiare tempo. Di questi tempi sicuramente non è poco.
I PROVVEDIMENTI PER PREVENIRE INCIDENTI
Il fenomeno non va sottovalutato. In Italia qualcosa si sta muovendo. Servono provvedimenti, magari più celeri e semplici di quelli presi per i monopattini.
Provvedimenti meno drastici – cioè multe – di quelli adottati, per esempio, a Sassari o alle Hawai. Meglio la soluzione presa a Bolzano.
Molto curiosa ma alquanto efficace: pali della luce rivestiti di cuscinetti anti capocciate. E se si sbatte, niente paura. Ghiaccio sul bernoccolo e chattare. Chi si ferma è perduto.
Enrico Pirondini