A tu per tu con l’artista: carriera ricca di successi e soddisfazioni
Mantovana, abita a Castel d’Ario. Scrive testi e canta. Docente e anche musicoterapeuta. Profondi studi di psicologia. Madre di due figli. Jenni Gandolfi: bella e apprezzata protagonista del mondo dello spettacolo. Passione per la musica che inizia da giovanissima, poco più che dodicenne.
“Ho iniziato con sax e pianoforte. Poi la voce…
Jenni Gandolfi
A fianco soprattutto delle persone più fragili
E lo straordinario rapporto con tanti bambini”
Qual è stata la molla?
“Ricordo che i miei genitori mi regalarono una “pianola” della Bontempi intorno ai 6/7 anni e io cantavo e suonavo riproducendo le canzoni dei cartoni animati. Inizialmente cercavo le note della melodia, successivamente scorporavo gli accordi che accompagnavano la melodia stessa, tutto scrupolosamente ad orecchio. La scossa che però mi diede “il LA” per iniziare a studiare fu la visione del programma “Bravo bravissimo” condotto da Mike Bongiorno, che andava in onda in TV.
“Rimasi affascinata dal modo di suonare il pianoforte da parte di un bimbo ricciolino. Da quel momento partì il mio grandissimo amore per il pianoforte: non potendo permettercelo, mi accontentai di iniziare con uno strumento più alla nostra portata: il sax contralto. Perché il sax? Semplicemente perché i miei genitori erano ballerini da sala e mi portavano con loro a ballare: proprio il sax era lo strumento che mi aveva colpita per il suono imponente e deciso.
“In seguito, acquistai l’amato pianoforte con uno dei miei primi stipendi quando iniziai a lavorare. Dopo qualche anno, la mia passione si estese anche alla chitarra acustica, che iniziai a studiare come il pianoforte da autodidatta”.
Lo studio del sax, del pianoforte e della chitarra acustica l’hanno accompagnata sin dall’inizio. Ma il primo riferimento resta il canto. Come è iniziata questa che poi, negli anni, è diventata una carriera di spicco?
“Anche con il canto ero piccola: avevo circa 7 anni quando partecipai al “Piratino” (concorso per bambini ideato da Sara Bernardi e Rossella Dalla Villa, del quale ora sono direttore artistico) con “La casetta in Canada”. Mi piaceva cantare ma non ci pensavo. Il mio sogno era sempre quello di suonare il pianoforte.
“Intorno ai 14 anni, il mio insegnante di sax, per caso mi sentì cantare e disse che, secondo lui, avevo talento: ma i miei genitori non volevano che studiassi canto fino a che non avessi finito gli studi della scuola superiore. Così, intorno ai 19 anni, cominciai a prendere le prime lezion. Arrivai a capire che quella era la mia strada perché vinsi tutti i concorsi dove mi presentavo”.
Così nei primi anni Duemila la partecipazione a contest e festival. C’è un successo che ricorda con maggiore soddisfazione?
“Ne ricordo più di uno, a dire il vero, direi tra i più emozionanti in assoluto posso citare:
il successo nelle selezioni per l’Accademia di Sanremo, legata alla mia prima esperienza fuori casa con un’ amica conosciuta allora, che aveva superato con me le selezioni (eravamo 3 mantovani quell’anno), una cantante lirica rinomata a livello nazionale, Daniela Zerbinati e il suo pianista, il maestro Claudio Sani.
“Inoltre il “Balla bella radio festival” a Misano Adriatico per cantautori in collaborazione con Rai1 Mattina estate, diretto da Lorenzo Piani, dove conquistai il primo posto con il brano “Crescere”, dedicato a mio padre. Al secondo posto arrivò un ragazzo appena uscito dalla trasmissione “Amici” di Maria De Filippi. Il pubblico votante, a metà del brano, si alzò in piedi: standing ovation (c’erano circa 2000 persone). L’emozione fu talmente grande che mi scese qualche lacrima mentre cantavo…
“Ricordo con emozione, anche il “Back to nature game”, dove fui selezionata da Radio Number One, per partecipare alla semifinale a St. Moritz in Svizzera, al prestigioso Dracula Club. Arrivammo alla finalissima solo in 5, tra l’altro tutte italiane, “facendo mangiare la polvere” agli stranieri. In questo contest venivano valutate 3 canzoni imposte dalla giuria senza cambi di tonalità, tutte straniere (da Katy Perry ad Anastacia) dove venivano valutate le capacità tecniche, l’interpretazione e la pronuncia (rigorosamente inglese). Una bellissima esperienza.
“Altra grandissima soddisfazione, il “Global Education Festival” al Teatro Ariston di Sanremo dove vinsi per due volte dirigendo il coro dell’Infanzia Farinelli di Governolo che interpretò i miei due brani, rispettivamente, nel 2018 “Canzone per la pace” e nel 2022 “Girotondo per l’Amazzonia”. Il mio studio è tapezzato di premi e trofei che non so più dove mettere… come il concorso per cantastorie “Giovanna Daffini”.
Già, nel 2008 la canzone “Crescere”, che poi diventa il titolo del primo album, rappresenta la consacrazione ufficiale.
“Uno su mille ce la fa e Morandi ha ragione… ma chi si impegna e resta umile porta a casa comunque le sue grandi soddisfazioni”.
Spettacoli dal vivo e pure ospite di trasmissioni radiofoniche e televisive. Esibizioni con basi e con complesso musicale? Lei ha un gruppo suo?
“Chiamo i musicisti a seconda del repertorio, non ho un gruppo mio ma mi appoggio a persone delle quali mi fido”.
Oltre a essere cantautrice, ha diretto diversi cori e tra i quali quello delle Voci bianche “Farinelli”. Come mai questa scelta? D’altronde ha altresì fatto parte di commissioni giudicatrici grazie alla sua preparazione e professionalità. Inoltre direttrice del concorso “Piratino d’oro”.
“Adoro mettermi alla prova in nuove sfide e lavorare con i bambini. Mi piace far crescere una vocalità da zero per poi portarla a raggiungere risultati inaspettati: La bravura di un insegnante non si misura in chi è già bravo in partenza, ma sulla capacità di aiutare chi è in difficoltà e risollevarlo da un destino che altri credono sia già segnato. Prima del coro Farinelli, ho diretto il coro dei partecipanti alle selezioni del programma televisivo “Io canto”. La mia sfida più grande, è stata quella di mettermi alla prova, per vedere se sarei stata in grado di “allenare” una squadra di bambini che, di canto, non sapeva nulla (rispetto al coro di “Io Canto” costituito da bambini vocalmente molto preparati) portandola ad un alto livello. Ci sono ampiamente riuscita: ne sono la prova le due vincite all’Ariston che potete trovare documentate su youtube. Dal 2018 sono diventata anche direttore artistico del “Piratino d’oro”, concorso per bambini, nel quale mi esibii anch’io, vincendolo con, appunto, “La casetta in Canadà”.
C’è un suo brano, “Di notte”, che otto anni fa ha avuto l’onore di essere inserito nella compilation “Artisti contro il cancro” per i profondi contenuti del testo e per la sensibilità verso chi soffre e chi ha bisogno di aiuto. Numerosi i concerti benefici.
“Sì, ne ho fatti numerosi e mi presto volentieri per queste cose. Uno spettacolo è stato organizzato a favore della raccolta fondi per la SLA, con Marco Sguaitzer; uno per il reparto oncologico dell’ ospedale C. Poma di Mantova; un altro evento a Mantova a favore di Telethon. Sono molto sensibile alla fragilità umana. Perché non aiutare grazie alla musica? Da qui arriva anche la mia scelta di studiare musicoterapia”.
Tornando ai successi recenti, può ricordare i più significativi?
“Tra le ultime bellissime esperienze, cito l’apertura del concerto, allo stadio “Martelli” di Mantova (dove ho presentato al pubblico il mio ultimo singolo “Tu non cambiare” uscito su tutti i digital stores il giorno stesso) in occasione della Partita del Cuore della Nazionale Cantanti. Ringrazio per questo: Massimo Spanò, Angelo e Gianluca Pecchini.
Dal lungo curriculum si leggono anche la vittoria nella gara canora nel programma “Mezzogiorno in famiglia” su Rai 2 interpretando “Sei nell’anima”. E che dire della canzone “La guerra”?
“Altra esperienza meravigliosa, la partecipazione alla gara di canto nel programma televisivo su Rai 2 “Mezzogiorno in famiglia” e per questo devo ringraziare l’amico Luciano Bulgarelli, presidente della Cantina Sociale di Quistello. Ricordo ancora la telefonata del maestro Gianni Mazza che mi chiamò senza preavviso mentre facevo lezione con un’allieva, per accordarci sulla tonalità del brano… E vinsi la gara di canto.
“Per quanto riguarda “La guerra”, invece, si tratta di un brano che vinse, in una sezione dedicata, il concorso per cantastorie “Giovanna Daffini”. Motivo nato sulla spiaggia: una persona che vuol vendere braccialetti, si avvicina e mi chiede se voglio comprare qualcosa. Non è “il solito”: si tratta di un uomo provato, il dolore negli occhi, gli abiti usurati, il cuore stracciato come il mio nel vedere quella scena. Io serena con le mie comodità e i miei bei vestiti. Lui sotto il sole cocente, i sandali a pezzi, in una terra che non è la sua, scappato dalla guerra per non farsi ammazzare. Se gli uomini sono tutti uguali, anche lui ha il diritto di star bene come me. Da questa riflessione nasce la mia canzone”.
Anche dal duro periodo della pandemia dovuta al Covid ha trovato ispirazione.
“Dalla pandemia nasce “Un grido sottovoce”, brano dedicato a chi è diventato poesia, a chi è sfuggito alla vita a causa del virus e, soprattutto, ai medici e agli operatori sanitari che hanno rischiato la propria vita per debellarlo, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, alla protezione civile e a tutte le figure italiane impegnate in prima linea. L’ispirazione è nata dalla perdita, oltre che di un’allieva, di una cara persona che portava allegria ad ogni incontro, ad una persona che era diventata un’amica: Romana. I protagonisti del video sono gli operatori sanitari degli ospedali di Mantova e provincia e il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Mantova”.
Arrivando a tempi più recenti, nel 2022 ha proposto il brano “La mia fragilità” e proprio in occasione della Partita del Cuore ha presentato “Tu non cambiare” di cui è stato realizzato un video. Testo coinvolgente, voce penetrante, arrangiamento di classe.
“Partiamo da “La mia fragilità”. Il brano fa parte del mio terzo album dedicato alla fragilità umana, dal titolo “Fragilità” appunto. L’ispirazione del singolo, cui sono particolarmente legata, è nata da un’intervista che ho sentito fare al maestro Ezio Bosso poco prima della morte. Diceva che la fragilità umana è sacra: guai se non fossimo fragili, perché grazie ad essa possiamo essere persone sensibili nei confronti della vita in generale.
Ovvio che, l’essere fragili ha anche il suo lato oscuro fatto di giorni bui, che possono essere supportati dalla musica nel cuore. “La mia fragilità” è il singolo che segna la chiusura di una vena artistica legata al genere che richiama uno stile cantautorale alla vecchia maniera”.
“Il cambio di stile arriva con “Cenerentola stasera non balla”, dedicata a tutte le donne single, fidanzate, mogli, mamme, che spesso sacrificano se stesse per gli altri: un brano pop, il primo singolo del quarto album che porta una ventata di novità e, oserei dire “freschezza”, a partire dal mio modo di scrivere allo stile, passando per il bellissimo arrangiamento curato da Raffaele Montanari, titolare dell’etichetta discografica PMS Studio di cui faccio parte. In quest’ ultimo album, inoltre, mi concentro maggiormente su temi più romantici (ma non autobiografici) che riguardano sempre storie vere ma, che comunque, continuano, sotto un punto di vista leggermente diverso rispetto ai precedenti, a riguardare la fragilità umana.
“L’11 giugno 2023 è uscito su tutti gli stores digitali “Tu non cambiare” di cui si può vedere il nuovo video su youtube. Direi che Montanari, anche in questo caso, ha interpretato egregiamente il mio pensiero, come al solito senza bisogno di parlare, portandolo nell’ arrangiamento. Ha visto la mia voglia di “esplodere” trasformandola in musica. Il brano è dedicato alle persone di buon cuore che subiscono, per questo, colpi bassi dalla vita che li porta a deprimersi, e non si rendono conto di essere un bellissimo esempio per gli altri”.
Lei firma testi anche per altri interpreti?
“Gli ultimi brani che ho firmato, dove ho creato melodia e parole, mentre l’arrangiamento è di Montanari, sono: “Lacrime versate” (sul tema del bullismo) interpretata da Sara Carletti; “Dove musica non c’è” (quando la musica ti salva la vita) per Aurora Niutta; “Ricomincia da te” (incoraggia le giovani donne a non arrendersi di fronte alle avversità della vita) e “Fuoco e Polvere” (sul tema delle prime delusioni d’ amore) dove Luca Lombini ha avviato i primi passi da cantautore. In passato ho scritto anche per Aurora Leso, Riccardo Smiglieri e per bambini come Aurora Bernardelli e Matilde Battisti e per cori”.
Che cosa si aspetta da se stessa e dal pubblico? Prossimi impegni? Qual è l’agenzia che la segue e qual è l’etichetta discografica?
“Non ho un’agenzia che mi segue. Sono artista e collaboratrice dell’etichetta discografica PMS Studio di Raffaele Montanari di Ravenna. I prossimi impegni sono la partecipazione come ospite a programmi televisivi che potete seguire sui miei canali social e sul mio sito internet e vari progetti in cantiere che svelerò al momento opportuno.
“Inoltre, quest’estate sarò impegnata come direttore artistico al Ronco Music Smart, dove verranno valutati i brani inediti (Alessandro 377 1390380), concorso per ragazzi dai 14 ai 35 anni, e al “Piratino d’oro”, concorso per bambini dai 4 ai 16 anni (Sara 335 6835538). Da me stessa mi aspetto ancor più impegno, dal pubblico non mi aspetto nulla se non che mi seguano sempre sui social e sul sito www.jennigandolfi.com