Inutile battersi là dove fa male. Nemmeno imprecare serve. Lamentarsi, poi…di detrattori Mantova non ha bisogno. Semmai ha urgenza di uomini, donne, giovani – anche anziani – che apportino idee/risorse poi da sostenere. In fondo, è quello che il sindaco sé medesimo, Mattia Palazzi, chiede (virtualmente ma con il megafono del quotidiano locale) alla propria comunità. Un acuto lettore della Nuova Cronaca, a tal proposito, parla di “chiamata alle armi”. Nel senso migliore dei termini. Ossia, unire le forze cercando di tamponare errori, incompetenze, incapacità del passato e del presente. Ecco il guaio.
Guardare il centro della città e trovarlo deserto? Non piace ad alcuno. Vetrine spogliate, vergate e umiliate da untori e monatti. Cosa mai è successo? Piccole e medie imprese defunte. Commercio infartuato per troppi colpi al cuore e saccheggi alle tasche.
Che fare? Chissà chi lo sa. Senza dubbio la sonnolenza fa calare il silenzio. Ma se si continua a piangersi addosso, nulla si risolve. Qualcuno inneggia: “Via, cambiamo città!”. Sarà una concreta alternativa? Istituzioni pubbliche e privati fanno i conti (in rosso) con un’economia globale e locale da carità. Persino le benemerite Fondazioni temono di non poter essere più in grado di erogare aiuti.
Tante, troppo notizie che scoraggiano. Del resto, come canta Mary Poppins basta un poco di zucchero e la pillola va giù. Una volta poteva essere così, cioè che una pasticca risolvesse il malanno. Ma se il costo dello zucchero è raddoppiato rispetto a pochi giorni fa, resta da ingoiare la pillola.
Non saranno le “vasche” inventate da qualche imbonitore a rendere meno amara questa pillola.
Werther Gorni