Analisi dell’esperta in merito a una delicata sindrome
L’ipotiroidismo è una condizione caratterizzata da una ridotta secrezione di ormoni tiroidei da parte della tiroide.
Interessa con maggior frequenza il sesso femminile e la sua prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età, ma può colpire anche i maschi e i soggetti di tutte le et
L’ipotiroidismo può essere dovuto a varie cause, tra cui le principali sono malattie autoimmuni (come la tiroidite di Hashimoto), l’asportazione chirurgica, il trattamento con radioiodio, la carenza di iodio (componente fondamentale degli ormoni tiroidei), l’assunzione di farmaci che interferiscono con il funzionamento della tiroide, l’assenza congenita della tiroide e l’alterazione dei meccanismi ormonali che regolano a monte l’attività della tiroide.
Fondamentale è diagnosticare la condizione di ipotiroidismo.
Esso può essere conclamato, ossia accompagnato da sintomi evidenti, oppure subclinico e lieve (come si verifica nella maggior parte dei casi), ossia accompagnato da segni sfumati o aspecifici (per esempio sensazione di stanchezza, sonnolenza, calo dell’attenzione).
Gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo energetico e la funzione dei tessuti; ciò spiega perché l’ipotiroidismo si associa tra le varie manifestazioni a debolezza muscolare, stitichezza, abbassamento della temperatura corporea, calo dell’udito e della voce, difficoltà della concentrazione e della memoria, riduzione della frequenza cardiaca, perdita di capelli e diradamento delle sopracciglia, cute secca.
Nei bambini l’ipotiroidismo si può ripercuotere sulla crescita, sia staturale che neuropsichica, mentre nelle donne in età fertile si accompagna ad alterazioni del ciclo mestruale e spesso ad infertilità.
Le donne affette da ipotiroidismo non compensato hanno una maggior probabilità di aborti spontanei e parto pretermine.
Al di là dei sintomi soggettivi, la diagnosi di ipotiroidismo si avvale semplicemente del dosaggio degli ormoni tiroidei e del TSH, ossia l’ormone prodotto dall’ipofisi che stimola l’attività tiroidea.
Ruolo chiave riveste il ruolo dell’endocrinologo per porre diagnosi di ipotiroidismo, ricercarne la causa, eseguire l’ecografia tiroidea (che serve a valutare le dimensioni della tiroide, le caratteristiche strutturali e ad escludere la presenza di cisti o noduli tiroidei) e instaurare, se necessario, l’adeguata terapia sostitutiva.
Il cardine dell’approccio terapeutico è la somministrazione di ormone tiroideo (tiroxina) per via orale. Utili alcuni accorgimenti tra cui assumere le compresse di L-tiroxina ad assorbimento lento al mattino a digiuno almeno 20 minuti prima della colazione e fare attenzione alle possibili interazioni della L-tiroxina con alcuni farmaci ed integratori.
L’assorbimento dell’L-tiroxina può infatti risentire dell’assunzione di fibre, ferro, calcio, vitamine e caffè; inoltre può essere influenzato dalla concomitanza di diabete, celiachia, intolleranza al lattosio e altre malattie in grado di alterare la funzionalità intestinale.
Fondamentale la scelta della formulazione del farmaco più adatta alle abitudini del paziente e alla presenza di patologie o terapie concomitanti.
Le formulazioni di L-tiroxina a rapido assorbimento sono in grado di assicurare una migliore disponibilità del principio attivo anche se assunte con la colazione e di conseguenza di garantire la massima efficacia del trattamento.
Presupposto fondamentale per un corretto assorbimento dell’L-tiroxina e per l’ottimale compenso della condizione di ipotiroidismo è il rispetto rigoroso della prescrizione dell’endocrinologo che rappresenta la principale figura cui fare diretto riferimento sia per affrontare dubbi sia per individuare il dosaggio più adeguato per il paziente.
Stefania Leoni*
medico-chirurgo specialista
in Endocrinologia e Malattie
del Ricambio