Fuori dal sagrato mistificatori e revisionisti

17 Set 2023 | Cultura & Società, Tutti gli articoli | 0 commenti

La campagna di demolizione della Pro loco di Curtatone inizia dal comunicato stampa da parte dell’Amministrazione comunale su la Voce di Mantova del 1° maggio 2023. Non credo ci fosse bisogno di un comunicato così perentorio per annunciare, dopo oltre 50 anni di onorato volontariato della Pro loco, l’assunzione, da parte dell’Amministrazione, della gestione del concorso dei Madonnari, insinuando irregolarità: bastava comunicarlo alla Pro loco nei modi più semplici. Detta così, invece, la faccenda suona come una condanna di tutto l’operato storico dell’associazione e un’espulsione senza appello di carattere punitivo.

Arriva poi la notizia dell’imbrattamento del piazzale con sostanze oleose, accompagnata da insinuazioni pesanti da parte di giornalisti locali, fin troppo chiare e senza una sola prova… Si passa all’intitolazione del Museo dei Madonnari, proponendo un nome in modo perentorio e senza consultazioni, per arrivare al sondaggio negli archivi privati, in modo da stabilire il paese di Grazie come “la casa dei Madonnari”, cosicché alcuni possano arrogarsi la qualifica di conoscitori dell’arte madonnara. Da ultimo, in nome dell’evoluzione artistica e per ragioni economiche ed ecologiche, si caldeggia la proposta di dipingere con l’acqua nel concorso di Grazie, e cioè adeguarsi a chi viene dopo.

La lunga enciclica del Madonnaro Claudio Sgobino in cui si richiede questa nuova tipologia di pittura, porterebbe alla realizzazione di un dipinto ibrido: l’uso di veicoli liquidi fa pensare ad un acquerello, e il Madonnaro diventerebbe quindi un acquerellista o magari un muratore imbianchino di strada. Invece il dipinto da Madonnaro è definito tale solo se realizzato a secco. Se a Grazie si dovesse introdurre questa modifica, bisognerebbe cambiare denominazione al concorso, che diventerebbe “concorso nazionale di acquerello di strada”.
I faccendieri revisionisti nostrani, lanciati in una globalizzazione futurista, sono già al lavoro per appropriarsi di 50 anni di storia della Pro loco e della storia del passato, pur avendo una limitata conoscenza dell’istituzione dei Madonnari.
Tengo quindi a precisare che, semmai, il Museo si dovrà intitolare “Museo nazionale dei Madonnari Città di Curtatone”: questo titolo lo lega al territorio per sempre; altri titoli sono soggetti a cambiamenti.
I revisionisti della storia dei Madonnari, con il loro irrompere improvviso e la loro limitata conoscenza, caldeggiano ideologie stravaganti, solo per poter essere protagonisti di un cambiamento artificiale e illogico dell’impianto storico, costruito in oltre 50 anni di creatività e dal nulla.
Quindi prudenza e rispetto, amici. Venite dopo. E chi viene dopo è secondo, non può mistificare la storia per passare primo, pensando che sia legittimo.


Cesare Spezia
antico socio Proloco di Curtatone

I conti non tornano. E basta cerimonie!

Tutti lo sanno. La festa dell’Assunta – Fiera delle Grazie è qualcosa di speciale, ha un valore unico, esclusivo, non può essere lottizzata, parcellizzata. Essa ha un valore permanente, che ti rimane dentro…
Il richiamo forte non lo si deve al divertimento che subito s’infrange o sfugge di mano, non è l’allegoria trionfale del vincitore che calpesta gli altri. È invece la beatitudine del cuore che si apre a quell’“oltre” ove cadono le frontiere del tempo e dello spazio. È il “seme microscopico del Regno dei Cieli” deposto e nascosto nello spirito di ciascuno dei pellegrini e diventa un richiamo forte, nostalgico di un’esperienza vissuta e che sempre, in modo diverso…”quella dolcezza agile ti scioglie”.
Non vale l’enfasi di una retorica legata a frasi roboanti e di convenienza, riportate poi dai giornali locali, quali: “Un evento unico, con un programma molto ricco, una Fiera che travalica i confini della nostra provincia… un evento tra sacro e profano… e fa il miracolo coniugando arte, turismo, natura, enogastronomia con il ruolo fondamentale delle associazioni del terzo settore … la Fiera parte con grandi numeri…” e così via.
Tanto che poi, in modo testuale, come ogni anno, arriva l’annuncio ufficiale dagli organizzatori, con i soliti dati: “Fiera dell’Assunta, record di presenze, oltre 20.000 auto, 900 moto, 150 artisti.
Asserendo infine che “la Fiera di quest’anno è stata la più riuscita e la più partecipata in assoluto e che sarà difficile superarla”.
A noi risultano, invece, i seguenti dati:

  • Madonnari iscritti 126
  • Opere eseguite 125
    Già nel 2022 si era fatta notare una certa disaffezione dei Madonnari, compensata solo in parte, da nuove richieste di partecipanti non abituali: le opere realizzate sul piazzale furono 128.
    E pensare che nei primi anni del 2000 venivano selezionati i partecipanti in base al numero di posti a disposizione e, spesso, le 150 piazzole del sagrato risultavano comunque ampiamente insufficienti. Per tale motivo era stata introdotta la preiscrizione. Adesso ci ritroviamo le piazzole vuote e in numero considerevole.
    Analizziamo i dati dei parcheggi:
  • Auto totali (cinque giorni di Fiera) 17.479 (nel 2022 in tre giorni 17.358)
  • Abbonamenti 478 (nel 2022 in tre giorni 296)
    Nel 2017 (cinque giorni di fiera) le auto erano 20.105 e gli abbonamenti 436
    Le bancarelle (mi si dice in numero di 170) erano decisamente in numero minore rispetto anche all’edizione 2022, e inglobavano nel loro totale una presenza massiccia di hobbisti che saturavano tutta via Francesca e parte dell’area espositiva. Numerosi i banchetti del così detto “street food”, pochi e convenzionali gli altri banchi.
    In più, tutta la strada dall’area vicino al FERBEL (quella di accesso al paese entrando dalla provinciale) sino al centro risultava totalmente deserta, non occupata da banchetti o espositori, mettendo così in crisi anche il parcheggio collocato sulla “Punta” fortemente penalizzato, con risultati, come si è verificato, al di sotto delle aspettative.
    Certo sono numeri che renderebbero contenti gli organizzatori di molte manifestazioni, ma non per la Fiera delle Grazie.
    Siamo lontani dai periodi passati dove era visibile una varietà notevole di espositori con proposte di spettacoli originali e coinvolgenti. Rispetto agli anni scorsi quindi ci troviamo davanti a una evidente situazione di crisi che deve essere analizzata e valutata. Si deve avere ben presente che la Fiera non può (oserei dire non deve) reggersi unicamente sui Madonnari o su interminabili quanto stucchevoli “cerimonie autocelebrative”. Necessaria una restaurazione profonda che può partire solo da una riscoperta dell’anima della Fiera: la festa dell’Assunta.
    I Madonnari sono stati erroneamente elevati a unico riferimento della festa, tanto che alcuni credono che sia dovuta a loro l’origine della fiera stessa: niente di più sbagliato.
    I madonnari, se si vuole, sono un’espressione singolare ed efficace della spiritualità popolare, sono però degli artieri, coloro, cioè che sono dediti ad un’”arte”, artigiani laboriosi e intelligenti, ma si deve capire che non sono loro la fiera.
    Diventa indispensabile ripensare la fiera delle Grazie, ripulirla di orpelli inutili e ricondurla a essere festa di popolo orante, ridestare cioè quell’amore per recuperarne la devozione.

  • Marina Ferrari
    presidente Pro loco Grazie

Ostiglia, ricco cartellone

Tre commedie brillanti con attori e Compagnie di caratura nazionale, una serata di Teatro Canzone con un grande interprete e il tradizionale appuntamento con l’Operetta il 16 gennaio caratterizzano il sedicesimo cartellone della Stagione Teatrale 2024 di Ostiglia, in partenza al Teatro Monicelli l’11 gennaio con “Pigiama per sei”,
con un cast di attori di tutto rispetto: Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu, Rita Pelusio.

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