Pensavano fossi morto io

22 Set 2023 | Cronaca, Prima Pagina, Tutti gli articoli | 0 commenti

Guidizzolo domenica 12 maggio 1957. Testimonianza di un sopravvissuto alla tragedia

“Dopo 66 anni mi sono rivisto in quella vecchia fotografia. Ho assistito alla disgrazia del 12 maggio 1957 sulla statale Goitese a Guidizzolo. Con mio papà ero sul ciglio della strada quando la “Ferrari” del pilota Alfonso de Portago ha sbandato, travolgendo e uccidendo 9 persone tra cui mie due cuginette. Gli zii di Milano, appresa la notizia, avevano telefonato alla nostra casa a Castelgrimaldo sentendo il nome Boscaini. Pensavano fossi morto io: invece era una delle cugine”. Livio Boscaini racconta in esclusiva quella drammatica giornata.

“Ero un bambino di 8 anni e non avevo ancora la capacità di comprendere la gravità di ciò che era accaduto. Dopo aver udito una serie di terribili botti e aver visto volare un’auto in mezzo alla statale Goitese, intorno a me tante persone a terra, sull’argine del canale. Dopo il fragore, alcuni secondi di silenzio. Quindi, grida e pianti di dolore, scene di disperazione. Non mi rendevo conto che mi trovavo nel pieno di una sciagura tremenda. Incoscienza? Può essere. Ma non sapevo proprio che cosa fare. Anzi, di corsa ho raggiunto casa mia, a Castelgrimaldo, sono salito su un albero e ho cominciato a mangiare ciliege”. Livio Boscaini, a distanza di 66 anni dalla tragedia – era il 12 maggio 1957 – torna con la mente a quella giornata. Doveva essere un pomeriggio di festa nel vedere sfrecciare i bolidi che partecipavano alla Mille Miglia.
“Con il passare del tempo, oggi più che mai, devo confessare di avere visto la morte in faccia. E il dolore per quelle undici vittime diventa ancora più angosciante e, soprattutto, più personale quando penso che tra loro c’erano due mie cuginette, Anita Boscaini che aveva 20 giorni più di me, figlia dello zio Antonio, e Carmen Tarchini, con un anno in più, figlia di zia Maria. Tra i morti anche un mio compagno di scuola, Giovanni Consato, con cui stavo terminando gli studi della terza classe elementare”.
Livio, oggi 75enne, ripercorre quegli attimi davanti a una fotografia scattata pochi minuti dopo la sciagura in cui afferma di vedere se stesso: “In questi giorni ho riletto articoli relativi all’incidente. Mi sono affidato a Internet e, tra il materiale scritto e fotografico, ho visto l’immagine in cui si nota un bambino con gli occhi rivolti verso la “Ferrari” distrutta di Alfonso de Portago, immersa nelle acque del canale. Mi sono chiesto più volte, ritornando a quel pomeriggio, se il bambino ero proprio io… Dubbio che poco per volta si è dissolto, allorché ho guardato con più attenzione i pantaloncini, la maglietta, i capelli. La memoria è alquanto labile, eppure, scrutando attentamente, non sembro per nulla disperato. In effetti, come ho detto, non ero totalmente cosciente di che cosa era avvenuto. Impotente a parlare o agire. Adesso mi si spezza il cuore ripensando a quelle vittime innocenti”.
Boscaini nasce a Castelgrimaldo, frazione dei Comuni di Cavriana e Volta Mantovana, distante pochi chilometri da Guidizzolo. Il papà, Giuseppe detto “Bepi”, comincia a lavorare come salariato in un piccolo caseificio. “Azienda – sottolinea – che aveva smesso di produrre formaggio grana mantenendo tutte le parti di manovalanza: raccolta latte, saline per la stagionatura del grana e allevamento di maiali mantenuti con il siero prodotto nel nuovo caseificio più grande aperto a Guidizzolo. Mio padre veniva impropriamente chiamato “Caser’’ ma lui svolgeva solo lavori di manovalanza in una delle ultime grandi aziende agricole nate all’epoca dei Gonzaga chiamata “Corte’’ gestita da una famiglia generosa che proveniva dal Vicentino”.
Famiglia che gestiva più di 300 biolche mantovane e con tantissimi braccianti: “D’estate io bambino portavo acqua e vino agli stessi braccianti che mi facevano guidare il trattore perché loro non ne erano capaci”.
Vita di campagna che vede il piccolo Livio accompagnare il papà quando c’è da trasportate il latte a Guidizzolo, riportando il siero a Castelgrimaldo insieme a farine e crusca, oltre a tutto quello che serviva.
“C’è una vecchia foto in cui avrò avuto circa 7 anni che sembra una scena scattata durante le riprese del film “L’albero degli zoccoli” del regista Olmi.
Mentre si racconta, gli piace descrivere qualche dettaglio come il fatto che il siero veniva riscaldato in un grande paiolo dove prima facevano il formaggio grana: “A me sembrava enorme, quasi due metri di altezza e largo uno e mezzo. Il lavoro andava dalle 5 del mattino fino alle 7 di sera con piccole pause per colazione e pranzo”.
In questo panorama agreste pochi svaghi. Ed è così che papà “Bepi” il 12 maggio del 1957 decide di portare il figlioletto a vedere il passaggio delle auto della Mille Miglia: “Per noi bambini era una vera festa – dice Livio – Mi era dispiaciuto non andare insieme alle mie due cugine. Ma il babbo aveva preferito accompagnarmi lui. Avevamo preso posto un centinaio di metri lontani da Anita e Carmen. Decisione che, probabilmente, ci ha salvato la vita.
“Il giorno dopo la tragedia, sentendo in tv che tra le vittime c’era un Boscaini, gli zii di Milano telefonarono a casa per chiedere se ero io o uno di noi. Fortunatamente eravamo vivi pur con un dolore infinito”.

Fossi stato con le cugine forse sarei morto anch’io

Sono le ore 16,04 di domenica 12 maggio 1957, la “Ferrari 335 S” numero di gara 531 condotta da Alfonso de Portago e dal copilota statunitense Edmund Gurner Nelson, percorre il lungo rettilineo tra Cerlongo e Guidizzolo, sulla strada che porta da Mantova a Brescia. Ultimo tratto di gara prima di arrivare al traguardo. Velocità di circa di 250 chilometri orari. A poche centinaia di metri dall’abitato di Guidizzolo l’improvviso scoppio di uno pneumatico fa sbandare la “Ferrari”che, dopo essere finita nel fossato alla sua destra, rimbalza sulla carreggiata e carambola sul ciglio sinistro. Qui ci sono numerosi spettatori che vengono travolti dal bolide impazzito che termina la sua tragica corsa nel fossato. L’incidente provoca la morte dei due occupanti la vettura e di nove persone tra cui cinque bambini, oltre a numerosi feriti. Le vittime: i bambini ANITA BOSCAINI, GIOVANNI CONSATO, VIRGINIA RIGON, VALENTINO RIGON, CARMEN TARCHINI; inoltre ANGELO DOBELLI, SILVESTRO FRANZINI, PIETRO GRANDELLI, ROMEO STANCARI.

Ostiglia, ricco cartellone

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