Dibattito-confronto nella sala civica di Levata di Curtatone
Acceso contradditorio tra la realtà vera e le ultime incredibili invenzioni della tecnoscienza. Tesi discordanti che possono
risultare propositive, interessanti e pur sempre migliorabili.
Sembra un dubbio amletico. Essere o non essere. Ovvero: Arte Pura o Arte intelligente? Se pittori, scultori, grafici hanno usato le loro mani per creare, grazie alle proprie capacità, lavori da tramandare nel tempo, la dirompente Intelligenza Artificiale riuscirà a scardinare questo storico impianto? Il titolo di un dibattuito-confronto è esplicito in tal senso: “L’Intelligenza Artificiale ucciderà l’Arte?”. Senza mezzi termini, la riflessione pone un interrogativo alquanto chiaro. Ma non restare estranei alle mutazioni tecnologiche – e genetiche – significa cercare di trovare un equilibrio.
Sabato 10 giugno alle ore 17 appuntamento nella Sala Civica “Fausto Baraldi” a Levata di Curtatone con gli interventi del dottor Mattia Sangermano, informatico specialista nel campo dell’Intelligenza Artificiale, dell’ingegnere-tecnologo Franco Presciuttini e del pitto-scultore Rubens Fontanesi. Partecipano anche la pittrice Claudia Vivian (“Ciao I.A., schiaffeggia l’uomo che ti programma o ti programmerà malefica…”), il fotografo Davide Fontanesi (“Rispetto l’I.A. per l’aiuto che può darci, ma vorrei una sua consapevole sensibilità” e il pittore Luigi Desiderati (“Però anche la tradizione ha il suo valore”). Al termine dell’incontro, è prevista la visita al Museo Fontanesi R&D, sempre a Levata, dove verrà riproposto il libro di Rubens Fontanesi “La poesia nell’Arte e nella Vita”.
Conferenza che aprirà a un pubblico dibattito con un acceso contraddittorio tra le ultime incredibili invenzioni e scoperte tecno-scientifiche nel campo dell’Intelligenza Artificiale e dintorni, e il mondo (che sta per essere scavalcato) dell’Arte Visiva e della Poesia. Tesi alquanto discordanti da parte dei relatori: ma sempre propositivi ed interessanti nonché sempre migliorabili.
In estrema sintesi, per analizzare la situazione dal punto di vista di operatori poetico-artistici, bisogna riconoscere che l’Arte Visiva dopo l’avvento della macchina fotografica, della straordinaria evoluzione del cinema con i suoi sotto e sopra prodotti, la televisione, internet… di “batoste” ne ha alquanto subite. Ora, tanto per cambiare, ecco l’Intelligenza Artificiale! Gran bella e buona cosa che nessuno può negare, tantomeno rifiutare e azzardarne negativamente l’incredibile immenso suo ardire.
Questo è ancora l’uomo! Se poi diventa a dir poco deprimente e desolante per coloro i quali per tutta una vita hanno travagliato con vocazionale sofferenza con tele pennelli e stilografiche…pazienza! Certo è ben facile e comodo dire pazienza, ma così pare! Perché ben sappiamo che l’Intelligenza Artificiale è in grado oggi, con buoni risultati di “creare” opere artistiche a comando, nonché poesie, libri musica e tanto altro; ma si sentono particolarmente pesanti queste sopraffazioni, e spesso vengono intese come una sconfitta. Non solo, ma si osa affermare con convinzione un certo sotterraneo pericolo.
Una ascesa vertiginosa quella delle tecno-scienze matematizzanti, certamente inarrestabile, ma anche nella speranza di un loro più roseo futuro sarà per i cultori della Poesia e dell’Arte portatrice di dolorosi cambiamenti. Che dire e pensare poi della Poesia? Quella cosa che inonda sommerge e indora tutte le cose visibili e invisibili con il suo manto gioioso, dove oggi per finta, o per disamor del vero, spessissimo la si trascura, la si tradisce, la si abbandona. E con questo ci sente trascinati in quell’irrequietezza che allontana da ciò che dovrebbe essere quel sano vivere e quindi Uomini Compiuti. Quella completezza che svanisce oggi nel trovarsi di fronte a una macchina certo coltissima, e pure parlante, con concetti suoi, con una prosopopea da fare invidia a Pico della Mirandola. C’è non solo da meditare, ma capire bene dove si è arrivati. Forse ce lo si può spiegare meglio più avanti l’Intelligenza Artificiale. Che però sarebbe il massimo della sconfitta. Viva l’Arte, viva la Poesia, viva Noi.
Rubens Fontanesi
Al centro deve restare l’Uomo
Se lo chiedono in tanti. L’ Intelligenza Artificiale (in breve I.A.) è una tecnologia che ci stupisce ogni giorno di più con i suoi exploit, e anche con le sfide e i rischi che ci propone e impone. Ben sappiamo che l’I.A. è in grado, oggi, di “creare”, con buoni risultati, opere artistiche a comando, nonché poesie e libri, musica e tanto altro. Questo è ancora accettabile se al centro vi è sempre l’Uomo: invece spesso queste invasioni di campo le sentiamo come sopraffazioni e le intendiamo come una sconfitta. E ci sentiamo trascinati in quell’irrequietezza che allontana da quello che dovrebbe essere l’Uomo completo. Completo! Una completezza che svanisce oggi nel trovarsi di fronte a una macchina, certo coltissima, e pure parlante con concetti suoi e con invidiabile prosopopea. C’è non solo da meditare, ma da capire bene dove siamo arrivati.
Nel corso del dibattito a Levata, Mattia Sangermano, informatico della I.A., parlerà del suo lavoro e dei tanti grandi successi che la stessa I.A. ha già raggiunto, anche se spesso accompagnati da delusioni seguite alle iniziali entusiastiche aspettative. Il mondo dell’I.A. muove, come quello dei computer e dei cellulari, interessi miliardari, grazie alle tante applicazioni che ha e che avrà, con conseguenti semplificazioni per le nostre vite, almeno per molti di noi, mentre per altri può diventare un fastidioso e pure pericoloso avversario. Vedremo esempi pratici di risultati, anche su argomenti scelti dal pubblico. Il suo motto per la conferenza: “Ci sono cose che l’I.A. può creare, ma che da sola non può immaginare”.
Da parte mia, quale ingegnere e tecnologo, segnalerò che l’Intelligenza Artificiale, a tutt’oggi, ha un comportamento non molto dissimile da quello di un animale ammaestrato. Le sue capacità di innovazione e di invenzione sono quasi nulle, anche se si basa sulla disponibilità di immense basi di dati, da cui riesce a estrarre, spesso, risultati ai quali i programmatori umani non avrebbero saputo arrivare. Le applicazioni sono molteplici e nei campi più diversi, ivi compresa la ‘creazione’ artistica. Ma del pari sono grandi i rischi, anche se questi non comprendono la supposta presa di potere dell’IA su noi umani, che è una ipotesi del tutto remota e fantascientifica. Tuttavia i rischi ci sono davvero, e, nel caso dell’arte, sono rappresentati soprattutto dalla impossibilità di distinguere l’opera d’arte “vera” da una creata dalla macchina.
Franco Presciuttini