Dietro le quinte con Alessandro Della Casa
Alessandro Della Casa è membro del Consiglio Direttivo di Festivaletteratura. A lui (e a molti altri collaboratori) spetta il compito di organizzare, anno per anno, gli eventi della cinque giorni letteraria
Della Casa, che cosa ci si deve aspettare da questa edizione del Festival?
“Innanzitutto, una vasta presenza di autori internazionali. Del resto, è questo uno dei tratti forti del Festival, che abbiamo voluto mantenere anche quest’anno. Ci saranno ospiti famosi in tutto il mondo (come il premio Nobel per la letteratura Olga Tokarczuk), insieme ad altri meno noti, ma di grande valore: penso, in particolare, all’attivista cilena Cynthia Rimsky.
“Un secondo aspetto che ci interessa è il dialogo tra letteratura e altre arti. Quest’anno avremo ospite l’artista Michelangelo Pistoletto, che costruirà uno stendardo della pace. Inoltre, nel progetto Ekfrasis, poeti e poetesse si confronteranno con le opere d’arte di Palazzo Te e con la street art degli edifici di Lunetta. Tra le ricorrenze, nel 2023 cade il Centenario della nascita di Calvino. Perciò, a lui è dedicata una escape room, per unire il divertimento alla conoscenza. Questo e molti altri eventi saranno rivolti soprattutto a bambini ed adolescenti, che rappresentano il futuro della cultura e della società”.
A proposito di giovani e di presente, si parlerà anche di temi di attualità?
“Certamente. Ormai da diversi anni il Festival rinnova il percorso “Consapevolezza verde”: laboratori, lezioni, percorsi utili a sensibilizzare il pubblico sul tema ambientale. In questa edizione, inoltre, avremo una serie di “Lavagne” (in piazza Mantegna), incontri nei quali alcuni studiosi parleranno di decarbonizzazione. L’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici saranno al centro anche degli incontri che vedranno protagonista la giovane attivista Sofia Pasotto.
“Ma non è tutto. Dato che il problema ambientale è concreto, è giusto mostrarne gli effetti dal vivo.
“Così, abbiamo organizzato una “crociera” sul lago Superiore, per capire come la crescente presenza di fiori di loto sia uno dei tanti segni del cambiamento. Oltre al clima, si parlerà di intelligenze artificiali. Cercheremo di capire come affrontare la difficile convivenza tra umanità e macchine. E poi verranno molti ospiti stranieri, che racconteranno le guerre, le crisi, le migrazioni dal loro punto di vista.”
È più grande l’impegno nell’organizzare gli eventi o la soddisfazione nel vederli realizzati?
“L’impegno è tanto, ma la soddisfazione ripaga ogni sforzo. È gratificante vedere ragazzi e ragazze che vengono ogni anno e che sentono il Festival come centro di attrazione e di condivisione. Per questo, penso che uno dei più grandi lasciti di questa manifestazione sia l’entusiasmo che è sempre riuscita a infondere nelle nuove generazioni”.
L’entusiasmo è uno dei segreti del successo di Festivaletteratura. Ce ne sono altri?
“Un altro segreto è la sua dimensione plurale. Fin dalla prima edizione, infatti, il Festival è sempre stato aperto ad autori internazionali e ad orizzonti trasversali. Più sono le voci, più sono gli interessi, maggiore è la partecipazione del pubblico. Questo è il messaggio che cerchiamo di portare avanti dal 1997”.
Francesco Raffanini