“i consigli di un medico specialista”
Stefania Leoni*
I noduli tiroidei, singoli o multipli, rappresentano le patologie endocrine di maggior riscontro nella pratica clinica dell’endocrinologo. Spesso il riscontro di un nodulo avviene in maniera casuale.
La scoperta accidentale di noduli tiroidei non palpabili nella popolazione generale sta aumentando progressivamente come conseguenza dell’uso sempre più diffuso della valutazione ecografica della regione cervicale o dello studio doppler dei vasi del collo.
La palpazione permette di rilevare soltanto dal 5 al 20% dei noduli, mentre la valutazione ecografica della regione tiroidea mostra una prevalenza tra il 16 e il 67 % a seconda delle casistiche.
La prevalenza dei noduli tiroidei aumenta con l’avanzare dell’età. Essi sono più frequenti nel sesso femminile, nelle aree a carenza di iodio e nei soggetti sottoposti ad irradiazione tiroidea soprattutto se in età infantile.
La maggior parte dei noduli della tiroide è di natura benigna; il 5% circa è invece di natura maligna.
Di fronte al riscontro di noduli tiroidei è fondamentale stabilirne la loro natura, la funzione dei noduli e la funzione globale della ghiandola e gli eventuali effetti meccanici esercitati dai noduli sulle strutture adiacenti.
Non esiste una chiara correlazione tra le dimensioni della tiroide, la presenza di noduli e la sintomatologia lamentata dal paziente.
La maggior parte dei pazienti con struma o gozzo multinodulare è asintomatica.
I segni e sintomi più frequenti sono caratterizzati da: massa a lenta crescita a livello della regione tiroidea del collo, senso di soffocamento e tosse stizzosa, disfagia soprattutto per i liquidi, difficoltà a dormire in posizione supina o coricati dalla parte di maggiore sviluppo dello struma.
Nei casi più gravi con compressione tracheale possono comparire dispnea e stridore inspiratorio che si accentuano nel sollevare le braccia verso l’alto.
Molto rare sono la disfonia da paralisi del ricorrente o la paresi del nervo frenico o della catena del simpatico cervicale.
In caso di riscontro di un nodulo singolo o di noduli multipli della tiroide è importante considerare il rischio di carcinoma.
L’introduzione dell’ecografia ha drammaticamente modificato l’iter diagnostico della patologia nodulare tiroidea.
L’ecografia rappresenta una metodica ormai diffusa anche nella pratica ambulatoriale, a basso costo, non invasiva, con limitato disagio per il paziente e non associata a somministrazione di radiazioni: pertanto l’ecografia può essere effettuata a qualsiasi età ed in qualsiasi periodo della vita fertile. Essendo l’ecografia della tiroide un esame strumentale operatore-dipendente diventa fondamentale fare riferimento ad un endocrinologo con grande esperienza in ambito ecografico in maniera tale da poter impostare il corretto iter diagnostico-terapeutico.
L’ecografia tiroidea permette di misurare il volume dei noduli o dell’intero struma. Permette inoltre di distinguere le lesioni solide da quelle cistiche. Meno sicura risulta la distinzione ecografica tra noduli benigni e maligni essendo l’ecografia meno sensibile rispetto all’agoaspirato tiroideo.
Alcune caratteristiche ecografiche dei noduli tiroidei possono orientare verso il sospetto di malignità.
Attualmente l’agoaspirato viene considerato il metodo più affidabile per distinguere la natura dei noduli tiroidei.
Medico Chirurgo specialista
in Endocrinologia
e Malattie del Ricambio