Obiettivo: stupire. Non può essere altrimenti. Perché Rubens è Rubens. Riportarlo a maggiore e migliore conoscenza è una calamita. Per pubblico e studiosi, al fine di approfondire un protagonista del Seicento a Mantova. Amato, anzi adorato dal duca Vincenzo I tanto da fargli da patron per ben 8 anni. Mantova ricorda il Maestro fiammingo soprattutto per la grande tela conservata a Palazzo Ducale.
Conoscerlo fino in fondo anche come affermato diplomatico
Pieter Paul Rubens (Siegen 1577 – Anversa 1640) nacque a Siegen, nell’attuale Germania, dall’esiliato avvocato Jan, accusato di calvinismo, e dalla figlia di un commerciante di arazzi, Maria Pypelinckx.
La Pala della Santissima Trinità in una proposta tridimensionale
In contemporanea con la mostra nella Villa di Giulio Romano, Palazzo Ducale propone il “Focus espositivo Rubens. La Pala della Santissima Trinità” incentrato su una delle più imponenti imprese portate a compimento dall’artista: il ciclo delle tre enormi tele per la Chiesa della Santissima Trinità, una delle quali – dopo incredibili vicende – è ancora oggi esposta nella Reggia di piazza Sordello e costituisce una tappa fondamentale nel percorso conoscitivo di questo grande artista.
Poesia che si trasforma in pittura
Dolcezza, delicatezza, sensibilità. Come dire: poesia. nel senso alto. Quello dell’interiorità che si trasforma in esteriorità
Due viaggi lungo il tempo
Artiste mantovane in mostra
Renata Casarin passione e professionalità
Storico dell’arte, ha curato numerose mostre sia di arte moderna che contemporanea, settore privilegiato di interesse, dedicandosi alla critica d’arte e specializzandosi nello studio dell’arte mantovana tra Otto e Novecento, sino agli anni Duemila.
Guadagnarsi la giornata è l’arte di vivere liberi
Mentre si avvicina il raduno dei Madonnari a Grazie di Curtatone (12-16 agosto), c’è chi ricorda il passato. Giuseppe Callegari (Capo Giuseppe), da sempre legato a tale territorio, dedica un ampio servizio a un protagonista della manifestazione: Francesco Prisciandaro.
Il frutto di Bandiera
Diego Rivera e Frida Kahlo -non viceversa- dipinsero spesso angurie, ma il più assiduo tra i messicani fu Rufino Tamayo che ne fece quasi un logo più volte reiterato affascinato dai colori del frutto che si appoggia a terra mettendosi comodo a maturare.